“Puglia: una regione a misura di famiglia”, i candidati sottoscrittori

Di seguito l’elenco in ordine alfabetico dei candidati alle Elezioni Regionali dei prossimi 20 e 21 settembre che hanno sottoscritto il Manifesto del Forum delle Associazioni Familiari di Puglia, assumendo pubblicamente l’impegno a mettere in pratica, se eletti, azioni strutturali di Politiche familiari che contrastino in maniera efficace l’incalzante l’invecchiamento della popolazione e la denatalità.

  • Angelo Anelli (La Puglia domani – Fitto Presidente) – candidato al Consiglio regionale
  • Gianna Elisa Berlingerio (Con Emiliano) – candidata al Consiglio regionale
  • Anna Maria Capodieci (Pd) – candidata al Consiglio regionale
  • Stefania Cardo (Pd) – candidata al Consiglio regionale
  • Saverio Congedo (Fratelli d’Italia) – candidato al Consiglio regionale
  • Francesco Crudele (Italia in Comune) – candidato al Consiglio regionale
  • Domenico Damascelli (Forza Italia) – candidato al Consiglio regionale
  • Pietro Guadalupi (Fratelli d’Italia) – candidato al Consiglio regionale
  • Paolo Intino (Emiliano Sindaco di Puglia) – candidato al Consiglio regionale
  • Emanuele Lenoci (Popolari per Emiliano) – candidato al Consiglio regionale
  • Maurizio Mastrorilli (Con Emiliano) – candidato al Consiglio regionale
  • Luigi Mazzei (Italia in Comune) – candidato al Consiglio regionale
  • Francesco Paolicelli (Pd) – candidato al Consiglio regionale
  • Anna Rita Perrone (Pd) – candidata al Consiglio regionale
  • Pantaleo Piccinno (Emiliano sindaco di Puglia) – candidato al Consiglio regionale
  • Maria Lucia Santoro (Con Emiliano) – candidata al Consiglio regionale
  • Antonio Paolo Scalera (La Puglia domani – Fitto Presidente) – candidato al Consiglio regionale
  • Annagrazia Turco (Emiliano sindaco di Puglia) – candidata al Consiglio regionale
  • Sabino Zinni (Senso Civico – Un nuovo ulivo per la Puglia) – candidato al Consiglio regionale
  • Ignazio Zullo (Fratelli d’Italia) – candidato al Consiglio regionale

Per comunicare la propria adesione al Manifesto è sufficiente inviare una email all’indirizzo segreteria@forumfamigliepuglia.org.

A questo link è possibile consultare il documento in versione integrale.

Pillola abortiva, quattro domande al ministro Speranza

Apprendiamo da un tweet del Ministro della Salute, Roberto Speranza, la sua decisione di permettere il ricorso all’aborto farmacologico mediante mifepristone fino al termine della 9° settimana di amenorrea, rinunciando al regime di ricovero, così come previsto dalle Linee guida vigenti fin qui.

1.Come Ella ben sa, la redazione delle Linee Guida era stata preceduta da due diversi pareri del Consiglio Superiore di Sanità (rispettivamente del 2004 e del 2005) e da una delibera dell’AIFA del 30 luglio 2009, che evidenziavano come “i rischi connessi all’interruzione farmacologica della gravidanza si possono considerare equivalenti alla interruzione chirurgica solo se l’interruzione di gravidanza avviene in ambito ospedaliero”; che
“l’associazione di mifepristone e misoprostolo deve essere somministrata in ospedale pubblico o in altra struttura prevista dalla predetta legge e la donna deve essere ivi trattenuta fino ad aborto avvenuto”; ed infine che “tutto il percorso abortivo deve avvenire sotto la sorveglianza di un medico del servizio ostetrico ginecologico cui è demandata la corretta informazione sull’utilizzo del medicinale, sui farmaci da associare, sulle metodiche alternative e sui possibili rischi connessi, nonché l’attento monitoraggio onde ridurre al minimo le reazioni avverse segnalate, quali emorragie, infezioni ed eventi fatali”. Come infatti messo in evidenza dalle stesse linee guida, le maggiori complicazioni riguardano il sanguinamento con necessità di emostasi chirurgica, il grave stato anemico con necessità di trasfusione (2:1000 casi), l’infezione (ad esempio da Clostridium Sordelli, germe responsabile della maggior parte dei decessi di donne che avevano utilizzato RU 486). Da tali eventi avversi “emergerebbe un profilo di sicurezza inferiore dell’IVG farmacologica rispetto a quello dell’IVG chirurgica” (parere CSS del 18.3.2010).

Sarebbe quindi davvero importante conoscere da quali ricerche o da quali dichiarazioni di associazioni mediche siano emerse le nuove evidenze scientifiche che hanno condotto alle attuali determinazioni.

2.Come è noto, l’aborto farmacologico si basa sulla somministrazione di un farmaco, il mifepristone, che provoca il distacco dell’embrione dalla parete uterina e quindi la sua morte. Segue la somministrazione di una prostaglandina, che provoca l’espulsione dell’embrione. “L’intero processo si svolge in un intervallo temporale piuttosto lungo, quasi mai inferiore ai tre giorni e vi sono implicazioni estremamente importanti dal punto di vista psicologico sulla donna che ha deciso di seguire questo difficile e doloroso percorso.

Non è possibile stimare a priori il momento in cui avverranno la morte dell’embrione e la sua successiva espulsione. Dalla letteratura scientifica è noto infatti che, mediamente, il 5% delle donne espelle l’embrione solo dopo il primo farmaco, il 60% entro 4-6 ore dal secondo farmaco, il 20-25% entro 24 ore e il 10% nei giorni successivi” ( dalle Linee Guida nazionali sull’aborto farmacologico).

Con le nuove direttive del Ministro Speranza invece, i farmaci saranno consegnati dal medico ospedaliero (?) alla donna che dopo mezz’ora dall’assunzione della prima compressa potrà tornare a casa ad attendere da sola gli eventi. È doloroso pensare ad uno Stato che relega in totale solitudine la donna che vive uno dei momenti più terribili della sua vita, chiedendole di valutare autonomamente l’entità delle perdite, dei dolori, di decidere se rimanere a casa o andare al Pronto Soccorso…e non è difficile, purtroppo, immaginare che la gran parte di queste donne non possa contare neanche sull’appoggio di un compagno.

Sole , dunque. È questo quello a cui pensavano le donne, quando proclamavano che “l’utero è mio e lo gestisco io”? Sole fino a mettere in pericolo la propria salute? Fino al punto di vedere tuo figlio espulso dal tuo corpo e finire in un water?

Perché?

Per risparmiare in spesa sanitaria (sale operatorie, giorni di degenza, magagne con ginecologi obiettori e non obiettori?) ai tempi della pandemia da Covid?

Per una forzata lettura ideologica della realtà?

3.Eppure la legge 194 è talmente chiara da intitolarsi: “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” ; e lo Stato dovrebbe assicurare tale tutela sociale mettendo in campo, almeno sulla carta, servizi pubblici e di terzo settore, operatori del servizio sanitario nazionale ed associazioni di volontariato, Comuni, ASL, Enti pubblici, per aiutare la donna a superare le cause che la spingono ad abortire (artt. 2 e 5). In tal modo, secondo il dettato della 194, la tutela sociale della maternità sarebbe garantita.

I dati della Relazione annuale del Ministro della Salute al Parlamento sull’attuazione della legge 194 non depongono in tal senso. Basti pensare che la maggior parte degli aborti volontari in Italia avviene entro l’ottava settimana di amenorrea, senza il tempo necessario, quindi, alla realizzazione di quegli interventi (con il datore di lavoro, con il padrone di casa, con il partner…), spesso complessi e articolati, bisognosi di tempo, necessari a sostenere la donna e permetterle di non abortire. Basti pensare che, secondo la stessa relazione, la stragrande maggioranza dei colloqui pre- IVG svolti nei consultori familiari pubblici si risolve nel rilascio del documento che abilita la donna ad abortire; e in Italia meno della metà delle donne che intende abortire si rivolge al consultorio, la struttura principe deputata alla sua tutela.

RU 486 già andava nella direzione della privatizzazione dlel’aborto quando la sua assunzione era consentita entro il 49° giorno di amenorrea, senza cioè neanche il tempo di capire se una gravidanza era in utero o era iniziata fuori di esso.

Ora, con questo provvedimento del Ministro Speranza, anche la stessa attuazione dell’aborto non sarà più risolta da mani estranee, nel breve tempo di una veloce anestesia, ma affidata alla stessa donna e alla sua solitudine.

Altro che tutela sociale! E questo in tempi di tale denatalità da rendere ancora più preziosa e irrinunciabile ogni vita.

4. E in tutto questo, l’uomo, il partner, il compagno, dov’è? Si nasconde dietro la foglia di fico dell’autodeterminazione della donna. Come noi tutti, del resto. Che celebriamo come libertà l’infinita solitudine di una donna che rinuncia a diventare madre. Che definiamo come maturità l’egocentrismo di troppi maschi eterni Peter Pan.

C’è bisogno di una cultura nuova, che riscopra il significato dell’essere uomo e dell’essere donna nella reciprocità, nella differenza e nella parità, nella capacità di costruire un progetto di vita per cui impegnarsi stabilmente insieme, che sia costruttivo, generativo, fecondo; in una parola, bello.

E lo Stato , laico, certo, deve impegnarsi in questo: perché è questo il Bene Comune.

“Le famiglie e l’emergenza Covid-19: una fotografia attuale”, presentato il report

È stato presentato questa mattina in conferenza stampa il report “Le famiglie e l’emergenza Covid-19: una fotografia attuale”, realizzato da RCS Sfera Mediagroup e Forum delle associazioni familiari.

Oltre 12.500 nuclei familiari di tutta Italia sono stati intervistati a inizio giugno su temi di stretta attualità riguardanti il post-emergenza Coronavirus, tra cui le misure del Governo durante le fasi più delicate della pandemia in Italia, le conseguenze sull’armonia familiare del lockdown prolungato, le priorità percepite come più urgenti e necessarie dalle famiglie italiane nell’immediato, nel breve e medio periodo.

Da questo totale è stato isolato un campione di 1.344 interviste, costruito in modo da essere rappresentativo della popolazione.
La ricerca è stata effettuata dal dottor Federico Gilardi dell’Area Market Research di Sfera Mediagroup con il contributo scientifico della dottoressa Emma Ciccarelli del Forum Famiglie.

«Assolutamente condivisibili le misure considerate prioritarie dalle famiglie, cioè l’assegno unico universale per ciascun figlio almeno fino a 18 anni – per il quale il Forum da tempo si batte – e la richiesta di riavvio della scuola per tutti da settembre», commenta la presidente del Forum famiglie di Puglia Lodovica Carli. «Da sottolineare – prosegue – anche la grande preoccupazione delle famiglie circa il futuro economico nazionale, particolarmente in merito al rischio di fallimento delle aziende, di perdita del posto di lavoro e di aumento della povertà.
Non sembrano al contrario significative le preoccupazioni rispetto a un aumento dei fenomeni di intolleranza e al rischio di uscita dall’UE.

La pandemia ha rotto diversi schemi dell’organizzazione sociale e ne ha mostrato le incongruenze. È tempo di rigenerazione, di cui le famiglie devono essere protagoniste riconosciute e consapevoli». 

A questo link è possibile scaricare il report integrale.

Giornata internazionale delle Persone Vedove, perché è importante celebrarla

Il 23 giugno ricorre le Giornata Internazionale delle Persone Vedove, istituita dall’Onu nel 2011.

Nel 2020 essere vedovi cosa vuol dire? C’è la necessità di una giornata dedicata? Sì, è indispensabile. Si tende infatti a relegare la vedovanza al privato, come se ci fossero solo gli aspetti di gestione ed elaborazione del lutto, del dolore e della sofferenza, ma le famiglie vedove – che in Italia sono circa 5milioni, in Puglia 275mila e a Taranto circa 16mila (numeri ante Covid-19) – subiscono ingiustizie sociali, fiscali ed economiche non conosciute alla maggioranza delle persone e spesso neanche dagli addetti ai lavori: sindacalisti, assistenti sociali…

Dal 1995, i coniugi superstiti che lavorano subiscono una severa riduzione sulla reversibilità sino al 50% dell’importo, già ridotto al 60% della pensione originaria; inoltre pagano le tasse tre volte: sul proprio reddito, sulla pensione e sul cumulo. Solo per citare l’ultimo episodio, una professionista vedova titolare di pensione di reversibilità dell’importo di 41 euro non ha potuto accedere al contributo di 600 euro.

Gli orfani devono laurearsi in regola altrimenti perdono quella minima quota di pensione.

Io sono la responsabile provinciale di Taranto del Il Melograno, aderente al Forum delle Associazioni Familiari, unica associazione legalmente costituita che si occupa dei diritti civili delle Persone Vedove, con lo scopo di migliorare la condizione vedovile nei suoi vari aspetti. Ad esempio, nel caso della professionista appena citata, con il Forum è stato presentato un emendamento che ha consentito il versamento dei 600 euro.

Nel Piano Regionale delle politiche familiari della Puglia si propone anche una riduzione dell’addizionale regionale e si sostengono disegni di legge per eliminare parte dell’art. 1 della legge 335/95 che riduce la reversibilità.

Negli scorsi anni a Taranto si teneva un tavolo divulgativo delle problematiche vedovili, quest’anno non è stato possibile per gli ovvi motivi. Sempre a Taranto, l’attività dell’associazione prevede la celebrazione annuale della Messa per i Coniugi Defunti presieduta dall’Arcovescovo
monsignor Filippo Santoro, la convenzione per la stagione cinematografica del Casalini, la presentazione di libri e qualche anno fa l’organizzazione di un convegno sulla solitudine, oltre a un servizio
psicologico di ascolto attivo, consulenza e indirizzo fiscale su appuntamento.

Ma tanto c’è ancora da fare per queste famiglie fragili, ma nascoste per chi non le vuol vedere.

Emanuela Zucchetta Cafiero

Giovani e lavoro, il Forum dà il via ai laboratori del progetto Accogli

Dalla scuola alla comunicazione tra genitori e figli. Ecco alcune delle tematiche che verranno affrontate nei laboratori del progetto Accogli, percorso formativo elaborato dal Forum nazionale delle associazioni familiari e finanziato dal Ministero delle Politiche Sociali per avvicinare i ragazzi dai quattordici ai diciannove anni d’età al mondo del lavoro e far sviluppare loro competenze sulla cittadinanza attiva.  Le attività previste dalla ripartenza del progetto (interrotto in primavera per il diffondersi del virus covid19 in Italia) saranno effettuate in didattica a distanza tramite l’uso della piattaforma Zoom e comprenderanno tre incontri di otto ore di insegnamento frontale pensate per i ragazzi e i genitori.

Si riparte lunedì 22 giugno con l’invio della diretta dell’ex direttore generale dell’ufficio scolastico regionale per la Puglia Lucrezia Stellacci A scuola ai tempi della pandemia dove si parlerà di organizzazione scolastica in vista dell’avvio del nuovo anno, succederà a questa la lezione video con il professore ordinario di pedagogia all’università di Bari Loredana Perla La relazione genitori-figli in quarantena, qui si spiegherà ai padri e alle madri come sostenere i loro figli nei doveri scolastici durante la pandemia scatenata dal virus covid19.

Seguirà giovedì 25 giugno l’inoltro della lezione del professore ordinario dell’università Cattolica di Milano Alessandro Rosina L’energia vitale dei giovani per la ripresa che tratterà l’apporto fondamentale delle nuove generazioni al mercato del lavoro globale. Infine martedì 30 giugno dalle ore 16.00 alle ore 18.00 si terrà una webinar coordinata dalla formatrice del progetto Accogli Emanuela Megli e dallo studente Domenico Martelletto su comunicazione e relazione, i nuovi rapporti e la comunicazione positiva.

«È molto importante aiutare ragazzi e genitori a maturare e crescere in un atteggiamento costruttivo e responsabile di cittadinanza attiva – ha dichiarato Lodovica Carli, presidente regionale del Forum delle associazioni familiari della Puglia – i problemi non si risolvono solo lamentandosi ma mettendo sul campo un atteggiamento positivo verso il bene comune, tante famiglie insieme lo possono fare di più. Questo è il senso che vogliamo dare al progetto Accogli»

La formatrice del progetto Emanuela Megli parla di cittadinanza globale durante il percorso della formazione

“Presente e futuro delle politiche familiari in Puglia”, il dibattito prosegue sulla pagina Fb del Forum

Continua sulla pagina Facebook del Forum regionale delle associazioni familiari di Puglia il dibattito su “Presente e futuro delle politiche familiari in Puglia”.

Dopo la diretta con il governatore Michele Emiliano dello scorso 5 giugno, il tema sarà affrontato insieme a tre consiglieri regionali di altrettanti schieramenti politici, con i quali la presidente Lodovica Carli discuterà sulle misure contenute nel Piano triennale varato a febbraio scorso e su quali potrebbero essere i suoi possibili sviluppi, anche alla luce dell’emergenza Covid-19.

Si comincia oggi lunedì 15 giugno con il capogruppo di Forza Italia Nicola Marmo, primo firmatario della mozione che portò nel novembre 2018 alla prima Conferenza regionale sulla Famiglia, da cui è partito il lungo percorso partecipato che ha portato al Piano.Si prosegue giovedì 18 giugno con Saverio Congedo, segretario regionale di Fratelli d’Italia, e lunedì 22 giugno in compagnia di Rosa Barone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

L’appuntamento è sempre alle 19 in diretta sulla pagina Facebook ufficiale del Forum Puglia.