Cambio al vertice del Forum provinciale di Taranto

Durante l’ultimo Direttivo, svoltosi a febbraio scorso, Emanuela Zucchetta è stata eletta Presidente del Forum provinciale delle associazioni familiari di Taranto.

La dottoressa Zucchetta, che subentra a Marino Albergo, ha fino ad ora ricoperto il ruolo di vicepresidente, ed è attualmente anche Delegata regionale per la Puglia al Forum Nazionale.

«Ringrazio tutti per la stima riposta nei miei confronti – ha detto la neopresidente nell’accettare la nomina -, in particolare però la mia gratitudine va a chi mi h preceduto, anima del Forum provinciale sin dall’istituzione della sede tarantina».

Con la richiesta, accolta all’unanimità nel corso dell’assemblea, dei Salesiani Cooperatori e del Centro Anthos, salgono a 19 le associazioni aderenti al Forum provinciale di Taranto, che intende crescere ancora e rilanciarsi nel prossimo futuro. In collaborazione con l’Amministrazione comunale, potrebbe ripartire infatti il progetto “Consapevolmente insieme”, che prevede corsi prematrimoniali per le coppie che decidono di sposarsi civilmente. Sarà mantenuto inoltre il tradizionale appuntamento con la Messa in suffragio dei coniugi defunti, celebrata annualmente dall’arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro con grande partecipazione e coinvolgimento della cittadinanza.

Segretario tesoriere è stato eletto Francesco Ciancioso, mentre il Consiglio Direttivo è composto dal presidente uscente Marino Albergo e da Sandro Basile, Gianni Brunetti, Carmen Cafaro, Anna Pastorelli e Antonella Sasso.

CoVid-19, sospese fino al 15 marzo le attività del progetto GEC

In ottemperanza al Decreto della Presidenza del Consiglio del 4 marzo 2020 “per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus CoVid-19”, sono sospese fino al prossimo 15 marzo le attività previste dal progetto di sostegno alla genitorialità GEC – Generare Figli, Educare Persone, Costruire Futuro, finanziato dall’Assessorato al Welfare della Regione Puglia e realizzato dal Forum delle associazioni familiari di Puglia.

Il decreto prevede infatti lo stop a congressi, riunioni, meeting ed eventi sociali svolti in luoghi pubblici e privati, che comportino affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro.

Nell’interesse delle famiglie e dei formatori coinvolti nel progetto, ci uniamo con convinzione a questo atto di forte unità e responsabilità dell’intero Paese, nella speranza che si possa quanto prima superare l’emergenza e tornare a una condizione di normalità.

Sarà nostra cura avvertire i partecipanti su tempi e modalità di ripresa delle attività.

Per restare aggiornati, è possibile collegarsi al sito www.gec-forumfamigliepuglia.org oppure sui seguenti canali social:

Pagina Facebook: www.facebook.com/gec2019

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Profilo Instagram gec.2019.

Giovani e lavoro in Puglia, il Forum delle associazioni familiari lancia a gennaio il «Progetto Accogli»

Dialogo intergenerazionale, crescita personale, ricerca del lavoro e autoimpiego, ecco alcune delle problematiche che «Accogli, agire le competenze di cittadinanza in ottica globale lavorando insieme», progetto elaborato dal Forum nazionale delle associazioni familiari e finanziato dal Ministero delle Politiche Sociali, si prefigge di affrontare tramite la realizzazione di un itinerario formativo dedicato a tematiche quali la persona, la solidarietà, il lavoro, la cittadinanza attiva e il bene comune.

«Accogli» è, inoltre, un percorso che si rivolge ai ragazzi dai 14 ai 19 anni d’età che si pone l’obiettivo di aiutare le nuove generazioni a passare da un’ottica passiva alla realizzazione di un progetto per il territorio finalizzato al lavoro e all’autoimprenditorialità. Le attività previste dal programma si svolgeranno durante quattro incontri formativi che si terranno dalle 17.00 alle 19.00 di sabato presso il Seminario Arcivescovile della diocesi di Bari e Bitonto (corso Alcide de Gasperi 274\A). Ogni riunione si suddividerà in una parte formativa a cui seguirà un laboratorio pratico.

Si comincia sabato 18 gennaio con «Le parole che non ti ho detto, dialogo intergenerazionale», incontro incentrato sulla comunicazione assertiva tra genitori e figli, l’ascolto e la gestione dei conflitti.

Seguirà l’appuntamento di sabato primo febbraio «Non è mai troppo tardi per essere ciò che vuoi essere. Autoanalisi, attitudini e capacità: self empowerment», l’incontro sarà aperto ai ragazzi e volto alla conoscenza di sé e dei propri talenti sulla base del percorso di vita passato e attuale.

Sabato 15 febbraio sarà la volta di «Ciò che conta davvero. I valori personali e comunitari». L’evento si rivolge a giovani e adulti, prevede la capacità di suscitare interesse e richiamo ai valori universali e alle qualità di vita richiamate dalla Comunità europea in merito ai valori universali.

L’ultimo incontro «Come scegliere la nostra via» si terrà sabato 29 febbraio. Durante l’evento sarà spiegato ai giovani come progettare il proprio percorso attivo di vita attraverso l’orientamento alla ricerca del lavoro e all’autoimprenditorialità.

«È fondamentale investire nella cultura e nei ragazzi – ha dichiarato Lodovica Carli, presidente regionale del Forum delle associazioni familiari – capitalizzare i giovani è credere nel futuro, una delle cose di cui oggi la Regione e il Paese hanno bisogno». Un recente report dell’Istat ha stimato che negli ultimi dieci anni si siano allontanati dall’Italia circa 816.000 giovani di cui 182.000 laureati o con un livello d’istruzione medio alto, di questi 117.000 sono diventati degli expat solo nel 2018, di cui 16.000 provenienti dalle regioni del centro Sud del Paese.

“La denatalità in Puglia”, se n’è parlato a Mola di Bari

Si è tenuto lo scorso 25 novembre nella sala consiliare del Comune di Mola di Bari, nell’ambito del progetto regionale di sostegno alla genitorialità GEC (Generare figli Educare persone Costruire futuro), l’incontro su “La denatalità in Puglia”, organizzato grazie all’impegno del locale Centro di Aiuto alla Vita. (altro…)

Il premier Conte: «Doveroso realizzare una politica integrata per le famiglie»

«È necessario rafforzare la tutela e i diritti dei minori, intervenire tramite più efficaci misure di sostegno in favore delle famiglie (come, ad esempio, l’assegno unico), con particolare attenzione alle famiglie numerose e prive di adeguate risorse economiche». Lo ha detto oggi il premier Giuseppe Conte nel discorso con cui ha chiesto la fiducia delle Camera al suo secondo governo. (altro…)

Dopo la Conferenza regionale sulla famiglia, il Forum: «Subito il Piano pluriennale di politiche familiari»

Gli ultimi dati Istat sulle nascite in Italia documentano in modo sempre più drammatico la diffusa denatalità che coinvolge tutto il nostro Paese e il Mezzogiorno in particolare. Ad essi si aggiunge il recente studio Ocse sul mercato del lavoro, secondo il quale nel 2050 in ci saranno più pensionati che lavoratori, che naturalmente dovranno essere sostenuti da questi ultimi.

Di anno in anno stiamo inanellando record negativi circa il numero delle nascite, che hanno ormai raggiunto livelli ampiamente inferiori a quelli registrati durante la seconda guerra mondiale e addirittura all’epoca dell’Unità d’Italia. E le previsioni per il futuro non sono certo rosee, poiché la denatalità, che l’Italia ha iniziato a far registrare dagli anni ’70 del secolo scorso, ha ormai ridotto numericamente il contingente degli uomini e soprattutto delle donne in età fertile.

In questo contesto, si è capovolto completamente lo stereotipo che voleva le regioni meridionali le più prolifiche d’Italia. La Puglia, in particolare, ha fatto registrare nel 2018 solo 28.921 nuovi nati, numero nettamente inferiore alla più pessimistica delle previsioni fatte dai demografi. Attualmente nella nostra regione il numero di figli per donna è di 1.25 (contro una media nazionale dell’1.32).

La conseguenza è una riduzione della popolazione dell’1.02%, con un picco del 5,9% nella fascia d’età tra gli zero e i 14 anni. I nuovi nati sono stati l’8.4% in meno rispetto agli anni precedenti. L’età media delle donne pugliesi al primo parto sfiora ormai i 32 anni e viene procrastinato sempre più da parte delle coppie il momento di metter su famiglia; ciò comporterà inevitabilmente l’incremento di quelle senza figli o con figlio unico.

A fronte della cronica, drammatica mancanza di politiche familiari strutturali, è stato calcolato che l’incidenza della povertà assoluta è del 9.2% per le coppie con due figli e sale al 15.45% per quelle con tre e più figli; la povertà relativa invece è del 18.8% nelle coppie con due figli e di ben il 27% per quelle con tre o più figli. Dunque in Italia, al contrario che in molti altri Paesi europei, generare figli rende più poveri.

Dal 2011 il numero dei morti pugliesi supera quello dei nati; nel 2018 il saldo naturale negativo è stato di 2000 unità circa. A questo scenario, già di per sé fosco, si aggiunge il contributo dei tanti giovani che partono dalla Puglia in cerca di studio e lavoro, facendo fruttare in altre regioni o in altri Paesi i loro talenti e gli investimenti su di essi operati. Attualmente, il tasso migratorio dei giovani tra i 18 e i 24 anni oscilla da -2 a oltre -5 per 10mila abitanti a seconda della provincia di residenza: è in atto un progressivo, ingravescente invecchiamento della popolazione, con una contemporanea riduzione della fascia di residenti effettivamente produttiva. In forza del progressivo allungamento della durata media della vita, i demografi prospettano uno scenario in cui la fascia d’età più rappresentata sarà quella degli ottantenni. Come abbiamo già denunciato in passato, stiamo diventando una terra di vecchi e di badanti.

Sarebbe molto semplice ricondurre l’attuale denatalità alla crisi economica, ma si tratterebbe di una lettura miope. Secondo molti autorevoli economisti, infatti, «la crisi in corso nasce grazie al crollo delle nascite nel mondo occidentale, iniziato intorno al 1975. Tale caduta ha provocato la flessione dello sviluppo economico, l’aumento dei costi fissi (i costi sociali, con sanità e farmaci) a causa dell’invecchiamento della popolazione» e di conseguenza «l’aumento delle imposte e il crollo del tasso di crescita del risparmio prodotto» (E. Gotti Tedeschi).

Anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in occasione della sua relazione annuale, ha acceso i riflettori sull’invecchiamento rapido della popolazione, destinato a far saltare gli equilibri tra generazioni rendendo i conti pubblici ancora più insostenibili di quanto siano attualmente

È dunque indifferibile affrontare il problema.

Le cause del fenomeno sono evidenti da decenni: prima fra tutte la mancanza di politiche familiari strutturali, universali, di filiera; troppo spesso ridotte o (volutamente?) confuse con la lotta alla povertà e al disagio sociale.

In particolare la Puglia, come e più che le altre regioni del Mezzogiorno, presenta una tra le peggiori combinazioni in Europa di bassa occupazione femminile, bassa occupazione giovanile, bassa fecondità e alto rischio di povertà delle famiglie con figli minori.

Ma cambiare si può, come dimostrato da regioni italiane virtuose come il Trentino Alto Adige e da nazioni come la Francia o la Germania, che hanno visto risalire il numero dei loro nati, tramite oculati investimenti in politiche familiari: interventi universali di tipo fiscale, sviluppo dell’occupazione giovanile e femminile (quest’ultima erroneamente ritenuta un freno alla natalità); sviluppo di politiche attive del lavoro e di armonizzazione fra i tempi della famiglia e i tempi del lavoro, i cui strumenti devono sempre più avere come protagonisti non solo le Istituzioni, ma anche le aziende, attraverso misure di welfare aziendale e territoriale.

Soprattutto, occorre un profondo cambiamento culturale: quello di non considerare più la scelta di fare famiglia e di generare un figlio come un fatto privato, ma come contributo fondamentale al benessere di tutta la società, al bene comune. Per cui deve cambiare anche la cultura relativa agli interventi a sostegno della natalità, da pensare come concreto aiuto rivolto a tutte le famiglie che desiderino investire nel capitale umano del Paese.

Nel novembre 2018, il Governo della Regione Puglia, grazie alla spinta del Forum pugliese delle associazioni familiari, insieme alla Cisl, alle Commissioni di Pastorale Familiare e del Lavoro della Conferenza Episcopale pugliese, alla Federazione Medici di Medicina generale (Fimmg) di Bari e a oltre 40 associazioni, e su unanime mandato del Consiglio regionale, ha iniziato a confrontarsi con questo tema durante la prima Conferenza regionale sulla Famiglia, dedicata a “La sfida della denatalità e le politiche familiari”, definita dallo stesso Presidente Emiliano «la discussione politica più importante della legislatura».

Durante la due giorni sono stati affrontati, con l’aiuto di autorevolissimi esponenti del mondo accademico e delle associazioni familiari italiane, vaste tematiche come “Il lavoro abilitante”, “Il sostegno alla genitorialità”, “I servizi alla famiglia” e le “Politiche fiscali regionali e comunali family friendly”. Nei gruppi di studio si sono raccolti i contributi di decine e decine di associazioni familiari, direttamente coinvolte nelle problematiche affrontate, e diverse buone prassi già sperimentate. Successivamente, la Regione Puglia ha aperto uno spazio web per la raccolta di ulteriori criticità, proposte e buone prassi. Il percorso partecipativo si è chiuso con tre seminari di restituzione delle proposte pervenute, che adesso costituiscono il materiale per l’approntamento del nuovo Piano pluriennale regionale di Politiche Familiari.

È indispensabile, a questo punto, procedere con urgenza alla stesura e all’approvazione del Piano, coinvolgendo non solo lo staff dell’Assessorato al Welfare, ma anche gli Assessorati al Lavoro e alla Formazione, al Bilancio e alle Politiche giovanili, nonché le associazioni familiari che tanto hanno contribuito al processo partecipativo. Occorrono altresì tempi certi e risorse chiaramente dedicate.

L’approssimarsi della campagna elettorale per le Regionali della primavera 2020 può e deve permettere di lanciare un segnale politico chiaro, concreto e imprescindibile: la Regione Puglia deve dimostrare di essersi incamminata verso la costruzione organica di politiche familiari e di lotta alla denatalità, urgenza indifferibile per tutto il Paese, riconosciuta ma troppo spesso affrontata in modo ideologico o strumentale dalle forze politiche.

Potrebbe essere questo il segnale che dimostri finalmente la volontà politica di passare ai fatti e di fare sul serio. Noi lo aspettiamo.