Per redigere il Piano regionale di politiche familiari, che sta prendendo forma a partire dalla Conferenza dello scorso novembre e dai successivi seminari di restituzione dei contributi, è indispensabile partire da una autentica “svolta culturale” nell’approccio alla famiglia, ai servizi da erogare e alle tematiche da affrontare.

La famiglia deve infatti tornare a essere considerata, ora più che mai, vera risorsa sociale, in un momento in cui criticità e fragilità minacciano questo nucleo fondamentale della società, impedendogli di generare nuovo capitale umano, e mettendo così a repentaglio il futuro della Puglia e dell’Italia.

Spesso in passato la politica ha tenuto in poco conto la grande risorsa che rappresentano le migliaia di famiglie pugliesi, che da sempre cercano di garantire ogni giorno, con fatica ma anche con gioia, il benessere dei propri componenti, persone di tutte le età. Il loro valore è testimoniato dalle innumerevoli associazioni familiari presenti nella nostra regione e dallo stesso lavoro del Forum delle famiglie di Puglia.

Nel dettaglio, nell’attuazione di programmi per la promozione dell’accoglienza familiare, è necessario scrivere una pagina nuova di solidarietà e sussidiarietà verticale e orizzontale, attuando modelli di welfare sostenibile, di comunità e della comunità, partendo dal basso, puntando a quanto le famiglie già fanno, valorizzando la loro soggettività sociale e replicando su larga scala l’attenzione e l’amore che esse mettono nella cura quotidiana dei minori accolti.

Un po’ di numeri. Nel 2016, i minori in affidamento familiare in Italia erano 14.012, di cui 1.101 (il 7,9%) in Puglia (sesta regione a livello nazionale); mentre quelli ospitati nei servizi residenziali erano 12.603, di cui 1.015 (l’8,1%) in Puglia (anche in questo caso sesta). [Fonte: Quaderni della ricerca sociale]

Nel 2018, la Regione Puglia ha effettuato un ulteriore studio (relativo al 2017) sui minori fuori famiglia (MFF) e i minori stranieri non accompagnati (MSNA), al quale hanno risposto 195 su 258 Comuni (circa il 76%). Sono stati censiti 1575 MFF e 901 MSNA. L’analisi ha evidenziato che gli stranieri – nella maggior parte appartenenti alla fascia d’età tra i 13 e i 17 anni – sono in più del 95% dei casi ospitati in comunità, mentre la metà dei minori temporaneamente allontanati dalla famiglia d’origine fruisce dei possibili percorsi di affido familiare, compreso quello diurno con famiglie di appoggio. Le strutture specializzate nell’accoglienza di minori presenti sul territorio regionale, al 31.12.2018, sono 231.

Inoltre, dei 198 minori che nell’anno di riferimento hanno terminato la fase di allontanamento, il 63% è rientrato nel nucleo familiare d’origine.

A partire da questi dati, ecco le proposte che le associazioni di famiglie accoglienti, impegnate nei percorsi di adozione e affido, fanno alla Regione Puglia, dopo averle presentate nel corso della prima Conferenza regionale sulla Famiglia del novembre scorso.

La prima è quella di uniformare su tutto il territorio regionale le modalità di lavoro dei servizi alle famiglie accoglienti con medesime prestazioni di supporto all’affido e di contrasto al dissolversi dei legami, specie in favore dei figli e del loro diritto a crescere in famiglia.

Fondamentale da questo punto di vista è dare concreto seguito alla Campagna Donare Futuro. già sottoscritta dalla Regione Puglia fin dal novembre 2017.

Cinque le priorità:

  1. sostegno alle adozioni difficili;
  2. accompagnamento all’autonomia dei neomaggiorenni;
  3. sostegno economico e assicurativo agli affidi familiari (pratica spesso difforme, se non del tutto assente in alcuni contesti);
  4. affidamento “ponte” dei bambini piccolissimi, con l’istituzione di un fondo regionale che rimborsi i Comuni per il costo dei contributi;
  5. creazione di tavoli regionali sull’affido familiare.

Necessario anche potenziare in rete – specie in collaborazione con le scuole – gli interventi di sostegno alla genitorialità, con particolare attenzione alle giovani coppie. A ciò si aggiungano un miglioramento generale e una maggiore diffusione di servizi all’infanzia, con tariffe, orari e periodi di apertura a misura di famiglia, che possano fare davvero la differenza, promuovendo la maternità come punto di forza per le donne che liberamente scelgono di dedicarsi ai figli.

È importante poi diffondere molto di più il marchio regionale Puglia loves family, in modo da promuovere buone prassi e standardizzare i requisiti previsti per tutti i servizi erogati alle famiglie (dalla pubblica amministrazione al turismo; dalla cultura alla ristorazione). In particolare, per quanto riguarda adozione e affido, è indispensabile definire requisiti standard nei Comuni e negli ambiti territoriali, uniformando linguaggi e prassi, con particolare attenzione al sostegno per l’affido di bambini molto piccoli e per le adozioni difficili (special need e adolescenti).

Si chiede inoltre di prevedere in ogni ambito territoriale una commissione che promuova la formazione integrata tra operatori, istituzioni e associazioni, anch’essa uniforme e standardizzata, i cui requisiti per tutti i Comuni siano definiti dalla commissione stessa; un luogo di verifica, quale un piccolo osservatorio di programmazione e raccolta dati; un tavolo permanente che funga da cabina di regia e coordinamento; nonché un Osservatorio regionale per la valutazione dei servizi e per la scelta delle azioni da promuovere nei vari ambiti. È evidente che in tutti questi organismi deve essere assicurata e favorita la presenza delle associazioni di famiglie accoglienti.

Nei processi di sensibilizzazione e formazione all’affido e adozione, infine, vanno coinvolte maggiormente le associazioni familiari, prevedendo adeguate risorse destinate a tale obiettivo, da realizzare su macroaree pensate e realizzate con uniformità.

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