Benvenuto GEC!

È stato presentato ieri a Bari il progetto di sostegno alla genitorialità GEC (Generare figli, Educare persone, Costruire futuro), con cui una rete composta da 9 associazioni aderenti al Forum delle Famiglie di Puglia ha vinto un bando dell’Assessorato regionale al Welfare.

«Nostro principale obiettivo – ha spiegato la presidente del Forum Puglia Lodovica Carli davanti alla folta platea di rappresentanti delle associazioni coinvolte nel progetto, è «accompagnare e sostenere i genitori nel loro difficile compito educativo. Oggi è in crisi l’idea stessa della possibilità di educare, e non è difficile incontrare in molti adulti il timore di essere genitori inefficaci, pronti per questo a delegare il loro fondamentale compito all’esperto di turno, al di fuori di dinamiche di alleanze educative, ad esempio con il mondo della scuola. Questo progetto vuole essere il primo passo di una lunga serie di azioni per aiutare gli adulti ad accettare la sfida educativa, dialogando con tutti, ma a partire da un’identità chiara, dalla proposta ai giovani di un orizzonte di significato per la vita».

La coordinatrice di GEC Giustina Colella ha poi illustrato le finalità del progetto, i cui destinatari sono tutte le famiglie pugliesi: coppie, nuclei familiari neocostituiti, famiglie monogenitoriali e genitori separati, tutto quel capitale fatto di potenzialità e competenze, fondamentale per tornare a mettere l’accento e l’attenzione giusta alla relazione educativa, all’interno di un processo più ampio di benessere e coesione sociale.

I circa 120 eventi, che copriranno in modo capillare le sei province pugliesi in ben 18 mesi di attività, serviranno a potenziare e arricchire le competenze genitoriali, a favorire lo sviluppo di reti di mutuo aiuto fra genitori e associazioni familiari per svilupparne la soggettività e l’azione responsabile, al fine di accrescere il bene della famiglia, sostenere la coesione sociale e valorizzare le relazioni tra i membri della società.

Per fare ciò è fondamentale il contributo dell’associazionismo familiare, che ha l’obiettivo di rafforzare il tessuto locale e di promuovere la corresponsabilità educativa tra la famiglia e le altre agenzie interessate: scuole, oratori parrocchiali, associazioni. Non meno importanti saranno l’educazione delle coppie alla conoscenza e alla tutela della fertilità e della salute riproduttiva; la conoscenza e lo sviluppo di buone prassi per la conciliazione famiglia-lavoro; il sostegno alle situazioni di fragilità; la promozione del benessere familiare, del rispetto dei ruoli e dell’accoglienza delle diversità.

Le attività comprenderanno numerosi percorsi di formazione, ma anche spettacoli teatrali, tornei sportivi e una summer school per genitori che si prepareranno a diventare educatori familiari.

Tutte le attività saranno monitorate attraverso la raccolta e l’analisi costante di dati qualitativi e quantitativi (questionari, interviste, focus group…) dal Dipartimento For.Psi.Com. dell’Università degli Studi di Bari, che valuterà l’efficacia del processo formativo, nonché la sua sostenibilità e trasferibilità in altri contesti.

È prevista anche un’intensa attività di comunicazione, con già attivi il sito www.gec-forumfamigliepuglia.org e i canali social (facebook, instagram e twitter). Al termine del progetto, sarà realizzato un documentario che racconterà i momenti salienti del percorso.

GEC è stato possibile grazie all’impegno e alla collaborazione di Anspi Puglia, Uciim Puglia, Associazione Cooperatori Salesiani, Centro Aiuto alla Vita di Mola di Bari e di cinque associazioni del Forum delle associazioni familiari di Lecce (Consultorio della Diocesi di Lecce, Consultorio della Diocesi di Nardò Gallipoli, Csi provinciale di Lecce, Aimc provinciale di Lecce e OdV Emmanuel).

Istat, il presidente De Palo: «Il Paese sta morendo. Urge un #pattoxnatalità

«I dati emersi dal report dell’Istat presentato oggi parlano da soli e consolidano situazioni e tendenze drammatiche per il futuro ormai prossimo del nostro Paese. Le famiglie si assottigliano, crolla la natalità, si stanno avvicinando pericolosamente, come un muro di fronte a un’automobile che corre, le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione: aumento dei malati cronici, difficoltà nel mantenere sostenibile un sistema di Welfare che già oggi traballa, la gratuità e universalità di un sistema sanitario che si sta sgretolando e che prospetta un futuro a pagamento.

In questo contesto nazionale, il grido d’allarme del Forum delle associazioni familiari che risuona da oltre quattro anni è stato, purtroppo, profetico. Ecco perché oggi più che mai le urgenze nell’agenda politica, economica e sociale non possono che essere un #pattoXnatalità che imponga a tutti di remare nella stessa direzione, quella dei sostegni alle famiglie. Questi ultimi, come avevamo auspicato prima delle elezioni europee, devono passare entro la prossima Legge di Stabilità per un #assegnouniversale che ricapitoli, potenzi e semplifichi tutte le misure di sostegno alle famiglie con figli.

Anche nel report Istat è chiaramente espressa la volontà di mettere al mondo dei figli da parte delle coppie, un sogno e un desiderio che viene però smontato dall’assenza di politiche familiari adeguate, che continua ormai da più di 20 anni. L’intero sistema delle istituzioni in Italia deve fare squadra perché queste proposte diventino realtà». Così il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo, commenta i dati del  “Rapporto annuale 2019 – La situazione del Paese”, presentati oggi dal presidente Istat, Gian Carlo Blangiardo, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio.

Progetto GEC per il sostegno alla genitorialità, venerdì la presentazione

Circa 120 eventi che copriranno in modo capillare la Puglia dal Nord al Sud in 18 mesi di attività, con 9 associazioni del territorio coinvolte.

Sono solo alcuni dei numeri del progetto di sostegno alla genitorialità dal titolo GEC (Generare figli, Educare persone, Costruire futuro), con cui il Forum delle associazioni familiari di Puglia ha vinto un bando dell’Assessorato regionale al Welfare. Un progetto grande e ambizioso, che verrà presentato ufficialmente venerdì 21 giugno a Bari, nella sede di corso Alcide De Gasperi, 274/A.

Destinatari delle azioni sono le famiglie pugliesi: coppie, nuclei familiari neocostituiti, famiglie monogenitoriali e genitori separati, un capitale fatto di potenzialità e competenze, fondamentale per tornare a mettere l’accento e l’attenzione giusta alla relazione educativa all’interno di un processo ancor più importante di benessere e coesione sociale.

L’obiettivo è fare rete grazie al contributo fondamentale dell’associazionismo familiare a servizio delle persone e delle famiglie, rafforzando il tessuto locale e promuovendo la corresponsabilità educativa.

Obiettivi primari saranno la sensibilizzazione sul tema della natalità, su cui da tempo il Forum è impegnato; la creazione di una rete di sostegno e di mutuo aiuto al ruolo educativo genitoriale attraverso laboratori e attività di gruppo; la costruzione di alleanze educative sul territorio tra famiglia e altre agenzie interessate: scuola, oratori parrocchiali, associazioni.

Non meno importanti saranno l’educazione delle coppie alla conoscenza e alla tutela della fertilità e alla salute riproduttiva; lo sviluppo di buone prassi per la conciliazione famiglia-lavoro; il sostegno alle situazioni di fragilità; la promozione del benessere familiare, del rispetto dei ruoli e dell’accoglienza delle diversità.

Nelle attività, che comprendono momenti di formazione, ma anche spettacoli teatrali e tornei sportivi, saranno coinvolti numerosi comuni in tutte le sei province pugliesi. Al termine del progetto, è prevista la realizzazione di un documentario che racconterà i momenti salienti del percorso. Inoltre, attraverso la raccolta e l’analisi di dati qualitativi e quantitativi (questionari, interviste, focus group…), il Dipartimento For.Psi.Com. dell’Università degli Studi di Bari valuterà l’efficacia del processo formativo, nonché la sua sostenibilità e trasferibilità in altri contesti.

GEC è stato possibile grazie all’impegno e alla collaborazione di Anspi Puglia, Uciim Puglia, Associazione Cooperatori Salesiani, Centro Aiuto alla Vita di Mola Di Bari e di cinque associazioni del Forum delle associazioni familiari di Lecce (Consultorio della Diocesi di Lecce, Consultorio della Diocesi di Nardò Gallipoli, Csi provinciale di Lecce, Aimc provinciale di Lecce e OdV Emmanuel).

Il lavoro abilitante, la ricetta del professor Alessandro Rosina

Sono molte e variegate le proposte pervenute dalle associazioni relative all’ampio tema del Lavoro. Tutte concorreranno alla redazione del Piano regionale di Politiche familiari.

A tal proposito, abbiamo chiesto un commento al professor Alessandro Rosina, ordinario di Demografia all’Università Cattolica di Milano, che di questa macroarea è il coordinatore scientifico.

Il quadro generale, a suo dire, non è affatto roseo. «Il Sud Italia presenta una delle combinazioni peggiori in Europa di bassa occupazione giovanile, bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, bassa fecondità», ma le soluzioni al problema esistono e sono attuabili.

Secondo Rosina, «vanno in particolare favorite misure solide, in relazione sistemica con altre, in grado di mettere in relazione positiva le condizioni lavorative dei giovani con la possibilità di formare una propria famiglia (ovvero condizioni che favoriscano un’occupazione coerente e abilitante rispetto alle scelte familiari), e di mettere in relazione la possibilità di occupazione femminile con la piena realizzazione in ambito familiare. Mettendo al centro le persone, le loro scelte, il valore individuale e collettivo che tali scelte possono produrre, la possibilità che tali scelte positive (autonomia dei giovani, formazione di nuovi nuclei, nascita dei figli, occupazione) possano rafforzarsi vicendevolmente e non entrare in collisione».

Per quanto riguarda le proposte pervenute riguardo l’occupazione femminile, «la conciliazione ha come pilastro centrale i servizi per l’infanzia, ma sempre di più anche quelli per gli anziani (e ovviamente disabili in generale).

Potenziamento della copertura sul territorio e qualificazione degli esistenti devono entrare in un piano di azione con impegni concreti, monitorati ogni anno.

È assolutamente condivisibile il fatto che questo potenziamento debba collocarsi all’interno della riforma dei sistemi di educazione e istruzione 0-6 (Decreto legislativo n. 65 del 13 aprile 2017, approvati in GU n.112 del 16-5-2017). Questo porta alla necessità di sviluppare una strategia di integrazione tra Nidi e Scuole d’infanzia.

Altri punti di lavoro rilevanti riguardano la necessità di fornire risposte raggiungibili e quindi fruibili su tutto il territorio; la sperimentazione di forme flessibili di risposta alle esigenze delle famiglie (oltre l’offerta pubblica, ma con garanzia di qualità educativa adeguata); lo sviluppo di un’offerta per chi frequenta le scuole primarie (in particolare per coprire l’orario non scolastico e i periodi di chiusura).

È inoltre condivisibile l’esigenza di promuovere la cultura della conciliazione e delle pari opportunità riconoscendo le aziende virtuose (che favoriscono part time reversibile, congedi paternità…) e prevedendo condizioni premianti».

Nell’ambito della formazione professionale, «per migliorare la transizione scuola-lavoro il punto di partenza fondamentale è l’orientamento. Serve una maggiore sinergia tra scuola e servizi per l’impiego, che renda più informati e consapevoli i ragazzi sulle scelte formative e sulle opportunità del mondo del lavoro. Una collaborazione che fornisca, inoltre, informazioni sugli strumenti disponibili e incentivi anche i programmi di rafforzamento delle life skills (intraprendenza, creatività, apprendere ad apprendere, intelligenza emotiva…) assieme a competenze avanzate.

La transizione scuola-lavoro va, del resto, intesa soprattutto come transizione imparare-fare, che per realizzarsi con successo ha bisogno di dosi commisurate (anche personalizzate in vari casi) di “fare” nel percorso formativo e di “imparare” in quello occupazionale. Anzi, il primo obiettivo formativo per un giovane dovrebbe essere quello di portarlo a riconoscere l’importanza di alimentare continuamente e attivamente il circuito virtuoso di imparare e fare, come impalcatura per la realizzazione dei propri progetti di vita e professionali. Informarsi e cercare esperienze in grado di rafforzare, oltre le mura scolastiche, le proprie competenze trasversali è ciò che più risulta protettivo verso il rischio di diventare Neet. La preparazione delle nuove generazioni deve guardare sia alle competenze spendibili oggi sia al cambiamento del mondo del lavoro.

In questa direzione sono condivisibili le proposte di procedere verso una programmazione integrata sul territorio di tutta a formazione, in modo da rendere efficiente e mirata l’offerta erogata dal sistema regionale in relazione al sistema statale.

Rafforzare e valorizzare l’istruzione e formazione professione (IeFP) e la filiera degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), anche attraverso adeguata informazione e pubblicizzazione».

Rosina sottolinea inoltre «l’importanza di predisporre un sistema di monitoraggio e valutazione che consenta di verificare i risultati e la corrispondenza tra professionalità richieste, competenze formate e domanda effettiva sul territorio».

Infine, sull’ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro, il professore è convinto che l’approccio più promettente sia «quello finalizzato a rafforzare i giovani contestualmente rispetto a occupabilità, progettualità, intraprendenza e senso di appartenenza sociale. Sono questi tutti aspetti che le ricerche evidenziano essere legati alla protezione dal rischio di rimanere intrappolati nella condizione di Neet e di alimentare un circolo vizioso di scoraggiamento, esclusione sociale, sfiducia nelle istituzioni, avvitamento senza prospettive sul presente.

Non si tratta quindi di togliere il Neet dalla condizione di inattività trovando il modo di “far qualcosa”. Ciò può dar sollievo nel brevissimo periodo ma può poi creare frustrazione se tale attività non consente di entrare in un vero percorso di miglioramento attivo della propria condizione. Particolare attenzione va quindi posta nel coinvolgere i giovani non come soggetti svantaggiati, ma riconoscerne specifiche capacità e attitudini, mettendoli nelle condizioni di produrre valore.

Le proposte per chi è fuori dal percorso formativo devono essere in grado di intercettare chi è ai margini o svolge attività nel sommerso, ma anche essere appetibili e immettere in un percorso di valore.

Cruciale è il potenziamento del sistema duale (promozione dell’apprendistato con “incentivi alle aziende che consolidano il rapporto di lavoro alla fine dell’apprendistato”).

Un punto finale di rilievo è anche la necessità di migliorare l’informazione sulle misure, gli strumenti e i programmi già esistenti e potenziarne l’effettiva accessibilità», conclude il professor Rosina.

Manifesto Fafce per le Europee, i nomi dei candidati sottoscrittori

Sono 24, provenienti da tutti gli schieramenti politici, i candidati alle Elezioni europee nella Circoscrizione Sud che hanno sottoscritto il Manifesto della Federazione delle associazioni familiari cattoliche europee (Fafce) “Una famiglia più forte per una società fiorente” (“A stronger family for a flourighing society”).

Ecco i loro nomi: Giuseppe Morelli, Mario Mauro, Carmine Spiaggia, Elvio Corvino, Paola Cavalletto, Cosimo Damiano Cartellino (Popolari per l’Italia); Aldo Patricello, Sergio Silvestris, Antonio Ilardi (Forza Italia); Carmela Rescigno, Marcello Gemmato, Margherita D’Urbano, Rosario Aversa, Denis Nesci (Fratelli d’Italia); Vincenzo Sofo, Giancarlo Cerrelli (Lega); Anna Marro, Eduardo Piccirilli (Partito Democratico); Vittoria Leone, Eraldo Rizzuti, Federica Lupi (Popolo della Famiglia); Piero Bevilacqua (La Sinistra); Giuseppe Barbaro (Europa Verde); Enrico Farina (Movimento 5 Stelle). A questo link è possibile consultare l’elenco completo, comprendente anche le altre circoscrizioni.

Il decalogo, presentato lo scorso 6 maggio a Bari alla presenza del vicepresidente Fafce e responsabile giuridico del Forum delle associazioni familiari Vincenzo Bassi, chiede loro di impegnarsi, in caso di elezione, a prendere decisioni politiche che tengano in considerazione in primis la necessità di una nuova primavera demografica, con provvedimenti ad hoc in favore della natalità. Ma anche di riconoscere il ruolo dell’associazionismo familiare, che spesso dà speranza e combatte la solitudine; di promuovere la giustizia fiscale e politiche pubbliche che sanciscano l’importanza economica della famiglia; di riconoscere il valore dell’attività casalinga e del volontariato come contributi di coesione sociale; di favorire la conciliazione tra vita e lavoro; di rispettare la vita umana dal concepimento alla morte naturale e di considerare i genitori come primi e principali educatori dei propri figli.

Si tratta di un documento che affronta questioni fondamentali in chiave propositiva nel nome della famiglia intesa come risorsa sociale e politica primaria, da cui dipende la qualità del capitale sociale.

«Siamo abituati a urlare la parola famiglia, noi invece qui la proponiamo, perché la famiglia sta al centro di tutto. Vinciamo la battaglia se diventa il comune denominatore – ha spiegato l’avvocato Bassi -. Non dobbiamo incentivare i matrimoni, ma dobbiamo premiarli. Perché il matrimonio può essere uno strumento per far ripartire le nascite. Fare figli è importante tanto quanto votare – ha aggiunto a mo’ di provocazione -. Chi non vota non esercita appieno il suo dovere di cittadino, a meno che non sia impossibilitato a farlo. Anche non fare figli vuol dire non aver fatto il proprio dovere fino in fondo. C’è bisogno di famiglia, perché se precarizziamo la famiglia non avremo futuro».