Le associazioni familiari: «Questione non politica, ma di civiltà»
Centralità nel dibattito sociale per gravide fragili che vogliono portare a termine la loro gravidanza. E’ questo il messaggio che il Forum delle famiglie di Puglia vuole lanciare alla Regione inviando oggi una nuova lettera indirizzata al presidente Emiliano e ai componenti della Giunta allo scopo di portare ancora una volta l’attenzione verso la delibera sul sostegno alle donne incinte in difficoltà, approvata dal medesimo organo regionale nell’aprile scorso in accordo con gli ambiti territoriali, consultori familiari pubblici e Asl e congelata dopo le polemiche nate dalla stampa e dal centrosinistra.
Il Forum apre la lettera con i dati allarmati sulla natalità della Puglia che mostrano come nel nostro territorio da inizio del Duemila sono calate le nascite di circa 14 mila unità passando da 44 mila del 2002 a 26 mila del 2022 (fonte Ipres), mentre nei primi sei mesi del 2023 mostrano un andamento inferiore al 2019 di circa 1.100 nati in meno (-8,4%). Tra i dati esposti nella lettera c’è anche quello del crollo delle nuove nascite, infatti Il tasso di fecondità pugliese (1,22) è tra i più bassi fra le regioni italiane e nei primi sei mesi del 2023 sono nati rispetto al 2019 circa 1.100 nati in meno (-8,4%).
Le associazioni hanno poi ricordato quanto fatto a favore delle famiglie da parte del Governo con il la legge di Bilancio e, nel recente passato, in Umbria, nel Piemonte e nel Lazio con i bonus per le madri fragili: «Possibile che la questione dell’accompagnamento di famiglie e donne che affrontano una gravidanza in situazioni di grave disagio economico, sociale e psicologico sia ancora un tabù nella sinistra? – domandano le associazioni nelle lettera – Possibile che questioni complesse debbano ancora essere trattate con ragionamenti binari: pro o contro, bianco e nero, quando spesso ci sono ampie zone grigie? Possibile che la Giunta regionale e il presidente Emiliano abbiano avuto timore di andare avanti su questo provvedimento di civiltà? In politica gli spazi lasciati vuoti vengono coperti da altri. La questione non è di destra o di sinistra, ma di civiltà».
Le associazioni hanno poi ribadito il ruolo cardine della donna nella società contemporanea in qualità di caregiver dei figli e mediatrice dei conflitti famigliari abbandonata dalla politica contemporanea a gestire queste incombenze in totale solitudine e, di conseguenza, della fondamentale centralità della delibera sospesa per portare sollievo alle madri in difficoltà.
«Le misure previste dalla delibera a sostegno delle donne in attesa erano molteplici e principalmente orientate a offrire servizi: sostegno psicologico, mediazione familiare e tanti altri (come le biblioteche solidali) e, ove necessario, un sostegno economico. Sì, perché in molti casi c’è bisogno anche di un sostegno economico temporaneo assieme alla dimensione più strutturale dell’offerta di servizi di accompagnamento»
«Migliorare la delibera si può, ai sensi degli articoli 2 e 5 della legge 194, ma è importante farlo in tempi brevi e certi e senza timori – concludono le associazioni -, non ricadendo in vecchie parole d’ordine, perché quello de “La realtà è superiore all’idea” è un principio alla base delle questioni dei beni comuni e dalla pace sociale».
«Il Forum delle famiglie che si è impegnato con forza per costruire la delibera a favore delle madri fragili che vogliono portare a termine la loro gravidanza si augura che questa possa essere ripresa – dichiara la presidente Maria Lodovica Carli – e applicata in modo da dare supporto alle cittadine del nostro territorio; le associazioni competenti sono pronte a collaborare con gli ambiti territoriali e i servizi pubblici per dare nei vari territori sostegno alle madri fragili».
«In occasione dello sciopero degli operatori e strutture scolastiche indetto dalla Fism il Forum raccoglie e dà voce alla preoccupazione delle tante famiglie pugliesi con bambini piccoli – dichiara la presidente del Forum delle associazioni familiari Lodovica Carli – che a oggi, stando a quanto scritto dalla Regione sull’avviso pubblico per il buono educativo zero tre uscito lo scorso 24 agosto, potranno sapere se il proprio figlio sarà accolto dalla scuola da loro prescelta solo a chiusura del bando, il 15 settembre, data in cui usciranno le graduatorie del bando».
«Siamo preoccupati perché questo limita la libertà di scelta dei genitori della struttura educativa per il loro figlio, in questo modo potrebbe venir meno anche la possibilità per una famiglia di portare il loro figlio piccolo nella stessa scuola del primo facilitando così la continuità educativa e la sostenibilità della conciliazione famiglia lavoro».
«Ricordiamo l’importanza degli asili nido, delle scuole dell’infanzia, in quanto strumento fondamentale di socializzazione per i bambini e di conciliazione famiglia –lavoro per le tante madri e padri lavoratori. Il Forum auspica un confronto sereno e approfondito tra le famiglie, i gestori dei servizi e la Regione Puglia che possa permettere di giungere al più presto ad una soluzione condivisa».
Carli: «Usare i social per imparare a relazionarsi è fondamentale»
Iperconnessione, rifugio nei social media, liquidità delle relazioni appartenenti alla vita reale: di queste problematiche moderne Bruno Mastroianni ha discusso durante la lezione «Affettività e social media», parte del corso per docenti e insegnati «L’educazione in cerca d’autore» promosso dal Forum regionale delle Famiglie di Puglia, da Uciim Puglia e dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto allo scopo di insegnare ai loro corsisti come coltivare per se stessi e per gli altri rapporti sani e duraturi.
L’incontro è stato introdotto dalla presidente del Forum delle associazioni familiari di Puglia Maria Lodovica Carli che ha presentato al pubblico l’esperto, erano presenti in sala numerosi insegnanti, genitori e curiosi desiderosi di accrescere il loro sapere.
Dopo l’introduzione il relatore ha iniziato la lezione frontale con il pubblico: «Per millenni le parole della relazione, specialmente quelle amorose, hanno avuto la caratteristica di essere pronunciate in momenti unici e irripetibili senza poter essere archiviate e riprodotte. Nel digitale invece la parola non è più unica bensì è riproducibile non più nel contesto specifico e si può archiviare. Questi fattori incidono su livello qualitativo presente nel messaggio, in più in assenza del corpo la relazione non funziona perché corpo è elemento fondamentale».
«Questo è lo scopo della lezione: imparare a capire in quale contesto sia meglio usare le relazioni in presenza, e quindi il medium che possa privilegiare il tipo di comunicazione e relazione che viviamo – ha continuato Mastroianni -. Per fare questo diventa fondamentale la scelta delle parole quanto quelle degli impliciti. I non detti sono necessari, ma sono tipici della comunicazione dal vivo, nel digitale non si capiscono, vanno per questo filtrati e controllati».
«Il cittadino digitale odierno è sempre connesso, quindi si ritrova in mezzo a litigi altrui o suoi – ha affermato il relatore -. Ebbene è importante imparare come gestire situazioni di conflitto, a distinguere quando una differenza linguistica o di sensibilità compromette la comunicazione e come gestirla, come trasformare un litigio e ripararlo».
Alla lezione frontale è seguito il laboratorio, momento in cui il docente ha voluto fornire ai corsisti un prontuario d’uso con tutte le informazioni necessarie per dipanarsi nel mondo moderno e mettere i presenti nella condizione di ragionare e acquisire delle abilità necessarie per il miglioramento di se stessi: «L’educazione è un momento pratico della vita che ci spiega come affrontare le sfide di tutti i giorni», ha concluso Mastroianni.
«Ringrazio Bruno Mastroianni, grande esperto di comunicazione, che ci ha condotto attraverso le complesse strade che i social aprono a chi ne fa uso – ha dichiarato a lezione finita la presidente Carli -. Strumento fondamentale per la comunicazione moderna, i social aprono però la strada a tanti pericoli a cominciare dalla radicalizzazione di tante posizioni. Usare i social per imparare a relazionarsi è fondamentale per costruire una educazione efficace».
Il Forum delle associazioni familiari è una associazione italiana di orientamento cattolico a carattere nazionale e con sedi regionali che porta avanti la promozione di politiche familiari secondo quanto indicato dalla Carta dei diritti della famiglia siglata dalla Santa Sede nel 1983. Esso nasce nel 1992 con lo scopo di portare alla luce della discussione politica italiana la famiglia come soggetto sociale.
Bruno Mastroianni, giornalista e filosofo, è nato a Roma il 12 settembre 1979 e tiene dei corsi sull’etica della comunicazione digitale per aziende, organizzazioni no profit, corsi e master di vari atenei italiani. Insegna inoltre comunicazione presso l’università Uninettuno e collabora con il dipartimento di Filosofia dell’università di Perugia, ed è anche consulente per i social media di Rai 1 e Rai 3.
Incurvati: «Per docenti e genitori parlare coi giovani è possibile»
Imparare come insegnare ai giovani la sessualità: è il fulcro della lezione avvenuta oggi e tenuta dalla psicologa e presidente del «Progetto Pioneer» Miriam Incurvati insieme allo psicoterapeuta Gabriele Di Marco che sono stati ospiti e relatori del corso per docenti e insegnati «L’educazione in cerca d’autore» promosso dal Forum regionale delle Famiglie di Puglia, da Uciim Puglia e dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto per insegnare come relazionarsi alle nuove generazioni.
L’incontro
è stato introdotto dalla docente e responsabile della commissione scuola del
Forum Maria Altieri che ha presentato al pubblico i due esperti, erano presenti
in sala numerosi insegnanti, genitori e anche semplici curiosi che desideravano
arricchire la loro cultura personale con le tematiche della giornata di studio
«Le domande di sempre, le risposte non date» in cui, tramite una metodologia
laboratoriale e la lezione frontale, si sono approfondite con un punto di vista
psicologico le modalità con cui si sviluppa una identità di genere.
«Il
ruolo della scuola in questi anni è di nuovo fortemente investito di domande e
responsabilità sull’identità dei giovani – ha spiegato ai presenti la psicologa
Incurvati -. Il docente vuole e deve essere preparato, conoscere il linguaggio
e il mondo dei giovani. Parlare di sessualità e affettività rispondendo alle
loro profonde domande sull’amore è possibile».
«Conoscere
le basi neurofisiologiche dell’amore, i compiti evolutivi dell’adolescente, la
profonda relazione esistente tra valori e comportamenti, tutto questo è molto
altro ci permette di entrare in una relazione di educazione affettivo
sessuale».
«L’epoca
postmoderna rivendica la possibilità dell’essere umano di vivere la propria
sessualità in modo creativo e sempre più libero – ha continuato la relatrice -.
Definire la dimensione sessuale nelle sue diverse componenti, risulta pertanto
necessario per orientarsi e comprendere la fluidità delle generazioni più
giovani».
«Nei
nostri incontri ci rendiamo conto che i giovani sono sempre più affamati di
senso, relazioni autentiche e sono curiosi e pieni di domande circa le
problematiche dell’identità e dell’affettività – ha concluso il collega Di
Marco -. La scuola è il campo privilegiato dove incontrarli e portare loro le
risposte che ci chiedono, per questo è fondamentale preparare genitori ed insegnanti
ad affrontare questo importante impegno».
Perla: «Il
racconto della relazione è costruzione del sé e strumento a disposizione delle
famiglie»
Educazione
nella narrazione: su questi binari si è mossa la lezione dal titolo: «La
relazione educativa» tenuta dalla professoressa e direttrice del dipartimento
di Scienze della Formazione dell’università di Bari Loredana Perla e avvenuta
nell’ambito del corso per docenti e insegnati «L’educazione in cerca d’autore»
promosso dal Forum regionale delle Famiglie di Puglia, da Uciim Puglia e
dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto.
Ha
presenziato all’incontro un nutrito seguito di docenti, insegnanti e curiosi
che sono stati coinvolti come uditori nella prima parte del corso durante cui è
stato svolto un approfondimento sul rapporto tra docente e allievo oltre che
sulle modalità in cui si costruisce l’identità della persona, in seguito i
presenti sono stati parte attiva nel secondo modulo del corso che è stato
dedicato ad attività laboratoriali.
«Tutte le
azioni educative sono di difficile definizione, comprese quelle messe in atto
dai genitori nella vita familiare – ha spiegato la dottoressa Perla nella parte
iniziale del corso -. Due dimensioni sono però costantemente presenti: la prima
è la relazione che avviene fra due o più soggetti nella quale uno si propone
quale obiettivo quello di guidare l’altro in un processo di cambiamento tramite
un percorso dialogico».
«L’altra
dimensione specifica dell’agire educativo è la tensione verso il cambiamento
che è la connotazione caratteristica del lavoro educativo che contribuisce a
fornire una identità all’esperienza formativa e all’insegnante che la incarna –
ha continuato Perla -. Qui l’atto del narrare diventa
un raccontare se stessi oltre che una dimensione in cui ci si muove alla
ricerca di quelle parole che ci consentono di dare forma al proprio pensiero in
un lavoro che è inevitabilmente anche di ricostruzione di sé».
«Quindi se
la relazione è il territorio del confronto ne risulta che il vero agente del
processo di cambiamento è l’educatore stesso che nelle sue diverse vesti di
genitore, insegnante, educatore professionale che si mette in gioco all’interno
della relazione con l’educando cercando il modo per portarla là dove ritiene
opportuno portare l’altra persona».
«Per questo
motivo la relazione educativa diventa
il “dispositivo” ideale per costruire un ambiente produttivo dal punto
di vista della formazione oltre che lo strumento usato dal professionista
dell’educazione per far crescere l’allievo – ha concluso la docente -. Questo è
anche uno strumento a disposizione del genitore. Saper costruire una educazione
efficace è un obiettivo delle famiglie».
Giuliodori: «Non riduciamo l’esperienza di essere uomo e donna a una banalizzazione dei ruoli»
Si è conclusa «Affettività, sessualità e desiderio di felicità», la prima giornata del corso di formazione per educatori promosso dal Forum delle associazioni familiari di Puglia, da Uciim Puglia e dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto: «L’educazione in cerca d’autore» dedicata all’approfondimento della sessualità nel mondo di oggi e a come affrontare le difficoltà affettive più impegnative vissute dalle nuove generazioni.
All’incontro hanno preso parte cinquanta insegnanti
provenienti dalle scuole di Bari e provincia, hanno introdotto la lezione i
saluti dell’arcivescovo di Bari monsignor Giuseppe Satriano: «Troppe volte assistiamo alla
deflagrazione di esistenze schiacciate dal peso di una libertà irresponsabile,
se si parla di sentimenti e di educazione alla sessualità questo vale ancora di
più. Citando Umberto Galimberti: “Gli impulsi sono fisiologici, biologici e
naturali. Il passo successivo è passare da impulsi ad emozioni”. Il sentimento
è una forma evoluta che non è solo una faccenda emotiva ma anche cognitiva»
Il contributo di
monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’università Cattolica del Sacro Cuore,
è stato il primo della giornata di
studio dove sono state fornite ai docenti le basi filosofiche e teologiche per
approfondire le dinamiche dell’affettività umana: «I credenti sono accusati di
fare affermazioni di principio seguendo i loro valori e senza dare peso alla
scienza e alla verità delle cose. È fondamentale quindi che ci vestiamo di
autorevolezza, ci diamo un linguaggio preciso riconoscendo quali sono le
questioni da affrontare con onestà. Il
concetto di ragione viene però confuso dai nostri accusatori con l’idea dell’individualità
che interpreta il sentire e il vissuto in chiave individualista. L’uomo diventa
solo nei suoi desideri finché non ha qualcuno in cui rispecchiarsi, l’altro. Il
primo altro che abbiamo conosciuto nell’istante in cui nasciamo è la donna.
Maschile e femminile sussistono quindi uno nell’altro, e con la scoperta dell’amore
si percepisce il mistero di Dio che si manifesta nella fecondità umana».
«Essere uomo ed
essere donna non può quindi ridursi a una banalizzazione dei ruoli, sono invece
due esseri complementari e diversi – ha continuato monsignor Giuliodori -. Oggi
è sempre più importante garantire che la scoperta dell’altro avvenga nel
rispetto della singola diversità. La cultura moderna uccide l’incontro con la
peculiarità della persona confondendo la scoperta dell’amore e della felicità
con il soddisfacimento dei desideri dell’io. L’amore non deve essere confuso con l’esperienza casuale della
sperimentazione sessuale che privilegia i desideri, l’amore deve avere
caratteristica di reciprocità, dono, eternità. Noi siamo abbandonati alla solitudine del desiderio ed il principale problema
che si viene a verificare è destrutturazione della persona, il covid ha
facilitato questo progresso negli ultimi due anni. La pandemia ha chiuso i
principali luoghi d’aggregazione di tutti, specialmente delle nuove
generazioni, siamo diventati incapaci di mettere insieme il vissuto comune per
formare la nostra identità».
Il
contributo della professoressa dell’università Cattolica del Sacro Cuore Maria
Luisa Di Pietro ha approfondito l’approccio dell’affettività da un punto di
vista scientifico: «Per molti l’adolescenza è quel periodo in cui si iniziano a
compiere delle scelte, non sono d’accordo, durante l’infanzia l’individuo vive
già questo. A sei anni la persona inizia il procedimento d’identificazione con il
genitore dello stesso sesso, segue il momento della pubertà che nella bambina avviene
attorno ai 12 anni mentre nel maschio termina più tardi e continua a durare
fino ai 21 anni d’età. Con la menopausa
c’è la fine fertilità nella donna, e lì nasce la sua fertilità spirituale. In
questa epoca dove nascono meno figli si può trascende i limiti biologici
imposti dalla menopausa sperimentando la fecondità in modi diversi che passano
dall’adozione, alla cura, al sostegno. La biologia identifica specificità del
femminile, ma è possibile andare oltre scoprendo nuove forme di femminilità e
fertilità. Il corpo è sempre un corpo personale, ci dice tutto della persona.
Possiamo sapere tutto della storia della donna e della sua capacità di
accogliere e assistere il prossimo».