“Ready?” Perché non si è cominciato dalle famiglie?

Era davvero così urgente approvare l’adesione della Puglia alla Rete Re.a.dy, di fronte alla enormità dei problemi delle famiglie pugliesi, che combattono ogni giorno con crisi demografica, emigrazione, disoccupazione, crollo dei redditi, mancanza di casa, usura e gioco d’azzardo?

E’ una domanda che non si fa soltanto il Forum delle Associazioni Familiari di Puglia. E’ una domanda che rimane viva nel cuore delle famiglie pugliesi, che avevano visto con gioia l’adesione di una cospicua parte degli attuali consiglieri regionali, nonché di assessori e candidati Presidente, al Manifesto “Per una regione a misura di famiglia” presentato solo qualche mese fa prima delle elezioni.

Sarà stata una forma di miopia improvvisa nell’atto della firma, forse in tanti non hanno letto bene tutto il manifesto. O forse si sarà trattato di una dimenticanza grave dei giorni scorsi.

Fatto sta che la gran parte dei punti contenuti nel manifesto non è ancora giunta a nessuna forma di proposta, nessuna discussione, nessuna approvazione, ignorando le istanze della parte costitutiva del popolo pugliese.

Si è scelta invece la via della propaganda, approvando l’adesione ad una rete che non ha niente a che fare con la lotta all’omofobia, questione che sta a cuore anche al Forum delle Associazioni Familiari di Puglia.

Ribadiamo il “no” convinto a qualsiasi forma di discriminazione, ma i presupposti di Re.a.dy sono quantomeno da capire. Re.a.dy è infatti una rete interistituzionale finalizzata fra l‘altro alla collaborazione con l’Unar per l’attivazione e la realizzazione del programma LGBT del Consiglio d’Europa.

Fin qui niente di strano, finché non si arriva ai contenuti del programma, che prevede anche la diffusione nelle scuole e negli enti pubblici del “gender”. Secondo questa “teoria” essere uomo od essere donna sarebbe solo una costruzione sociale, culturale, educativa, che prescinde da qualsiasi fondamento biologico.

Perché non va bene? Non perché siamo contro le persone omosessuali, ma perché questa ideologia, con la sua pervasività, destruttura il mondo dei sentimenti e dell’identità, quello delle relazioni affettive e sessuali, fino alla decostruzione della famiglia, intesa come unione stabile fra uomo, donna e figli, realtà in cui la maggior parte della società italiana riconosce ancora la cellula primaria della nostra comunità nazionale.

D’altronde, se i numeri hanno una qualche valenza, l’ISTAT documenta che, in base ai dati del censimento del 2011, in Italia ci sono 7513 coppie omosessuali conviventi in Italia, contro 15 milioni di famiglie eterosessuali; 529 coppie omosessuali hanno figli.

In Comuni e Regioni aderenti a Ready i corsi gender nelle scuole sono stati attivamente promossi e finanziati dalle stesse Istituzioni, e proposti a bambini e ragazzi nelle classi, spesso senza informare e coinvolgere i genitori, che non hanno mai saputo che tipo di contenuti venivano spiegati ai figli.

Oggi anche la Puglia fa parte di questo “mondo nuovo”.

E vi sembra questa una vera promozione della famiglia?

I nostri figli hanno diritto ad essere difesi?

Perché dietro la sacrosanta logica dell’accoglienza dell’altro si nasconde la volontà di indottrinamento ideologico? Soprattutto verso la componente più giovane della società?

Il Forum delle Associazioni Familiari e le famiglie che ne fanno parte non dimenticheranno questo atteggiamento della classe dirigente pugliese, ed esigono fin da subito un immediato avvio delle politiche a favore della cellula fondativa della nostra società, tanto “difesa” fino alla campagna elettorale.

Per questo, la Regione Puglia si attivi verso vere politiche familiari, cominciando dall’istituzione in collaborazione con USR ed Associazioni Familiari, di un Osservatorio a cui i genitori possano riferirsi per segnalare casi di violazione della legge 107/15 e delle Circolari del Ministero della Pubblica Istruzione n. 4321 del 6.7.2015 e n. 1972 del 15.9.2015, con cui il MIUR assicura l’esclusione del gender dalle scuole italiane – da oggi riproposto in salsa locale – e dà concreta attuazione al dettato costituzionale inerente il diritto/dovere dei genitori di educare i propri figli.

Ci saranno nuovi casi di miopia? Il Forum delle Associazioni Familiari di Puglia si augura di no, e rimane disponibile a collaborare con chiunque, se esiste una vera volontà di affrontare con serietà le questioni che riguardano il benessere familiare e la vita delle persone, lasciando la propaganda agli specialisti dell’ideologia.

IL FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI DI PUGLIA

Vedovanza, è “dovere di una società che si considera civile evitare ingiustizie a carico dei suoi componenti più fragili”

Ogni 23 giugno, sotto il patrocinio dell’Onu, si celebra la Giornata Internazionale delle Persone Vedove, istituita nel 2011. La fotografia della situazione mondiale è questa: nel mondo oltre 245 milioni di vedove, e tra esse più di 115 milioni in condizioni di estrema povertà, quante ne arrivano nei nostri porti, provenienti da paesi sconvolti da conflitti non troppo lontani? Devono inoltre agire in culture con codici di comportamento ancestrali, che privano le vedove di quasi tutti i diritti universalmente riconosciuti, da quelli economici, privandole di ogni fonte di sostentamento insieme a loro figli, a quelli ereditari che le cancellano.

E tutto questo stravolgendo l’art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo “Ogni uomo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà”.

In Italia, nonostante lettere e servizi giornalistici, disegni di legge giacenti nei cassetti dei parlamentari, promesse governative, interpellanze europee, il quadro non è cambiato, circa 5 milioni di persone vedove, nuclei familiari con figli minori oltre 100.000, 258.000 persone vedove con età inferiore a 55 anni.

E tutti a vivere (sopravvivere) con le iniquità di seguito riportate: la pensione di reversibilità o indiretta (qualora il coniuge defunto ne abbia maturato il diritto, 20 anni di contributi altrimenti acquisiti dall’ente previdenziale) già ridotta al 60% dell’importo originario, decurtata della metà se il reddito del coniuge superstite supera i 25.000 euro lordi, il cumulo dei redditi, l’impossibilità di considerare i figli a carico e quindi detrarre spese mediche e di studio ecc., se i suddetti figli ricevono una pensione che supera i 2840 euro lordi, erogata sino ai 26 anni e comunque non oltre il corso regolare di studi, al contrario delle agevolazioni permesse per le colf o gli animali domestici ; per tacere dello tsunami che irrompe in una famiglia quando accade l’evento “morte” .

Chi rimane deve ricostruirsi psicologicamente in un diverso ruolo e in diverso status dominato da un mancato riconoscimento sociale, dove cambieranno amicizie e condizione economica. E’ vero, la morte è inevitabile, è fisiologica, ma il problema sociale resta ed è dovere di una società che si considera civile evitare ingiustizie a carico dei suoi componenti più fragili.

Dott.ssa Emanuela Zucchetta Cafiero
Il Melograno associazione per i diritti civili delle persone vedove
sede di Taranto

Giù le mani dalla famiglia

Mentre il dibattito politico e parlamentare sembra rappresentare sempre meno i reali bisogni delle famiglie, come non prendere atto delle molteplici iniziative che la società civile sta mettendo in campo per la famiglia? come non vedere la grande reazione del sociale alla proposta di legge Cirinnà sulle unioni civili, e più in generale per fermare le infiltrazioni della strategia Lbgt nel tessuto sociale e culturale del Paese?Ultima, ma solo in ordine di tempo, è la convocazione della manifestazione del 20 giugno, promossa dal Comitato Difendiamo i nostri figli e presentata questa mattina. A questa manifestazione, spiega il presidente Belletti “abbiamo scelto di non aderire direttamente come Forum. E’ un evento di famiglie, a favore della famiglia, e la presenza di sigle sembrerebbe voler condizionare ciò che appare una diretta espressione di cittadinanza attiva. Anche i membri del Comitato promotore sono in effetti presenti a titolo personale. Come Forum” prosegue Belletti “guardiamo comunque con grande attenzione e simpatia a questa iniziativa, perché dà ulteriore voce ad un sentire di popolo”.

A nostra volta, da diversi mesi “come Forum sosteniamo e attuiamo una modalità di intervento diversa, orientata al dialogo, al rapporto diretto con interlocutori della politica e della cultura sensibili alle nostre proposte”. 

In questo quadro si inserisce l’invio a tutti i parlamentari, venerdì 5 giugno, di una lettera aperta elaborata dalle associazioni del Forum sul tema delle unioni civili e “per esprimere il forte dissenso sul testo base adottato dalla Commissione Giustizia del Senato su proposta della sen. Cirinnà” e su cui il Parlamento sarà occupato nelle prossime settimane.

Nei giorni scorsi è stato pubblicato anche un appello sottoscritto da personalità del mondo accademico, giuridico, scientifico e sociale indirizzato ai parlamentari affinché la disciplina sulle unioni civili sia sostanzialmente diversa da quella del matrimonio, così come hanno più volte ripetuto le più alte Corti italiane, in linea con la giurisprudenza europea.

“Queste iniziative si vanno a sommare alle decine e centinaia di eventi in corso localmente, che testimoniano una presa di coscienza della gente comune, cattolica, ma non solo.

“In tutte queste iniziative, nazionali o locali che siano, c’è un elemento comune: non sono mosse da alcun intento discriminatorio verso le persone omosessuali che vivono una relazione affettiva diversa da quella che molte coppie suggellano nel matrimonio. Riteniamo anzi che i diritti individuali di ciascuna persona non debbano dipendere dalle forme in cui si sviluppa la personalità umana.

“Ma non si può neppure trascurare il preminente interesse pubblico riservato alla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, che deriva dal suo essere cellula fondamentale della società e culla delle future generazioni. Questa sua unicità” conclude Belletti “non può essere confusa con altre forme di relazione affettiva né può essere oggetto di logiche politiche. Sblocchi piuttosto, il Parlamento, la scandalosa iniquità fiscale tuttora presente ai danni delle famiglie con i carichi familiari più pesanti: vedrà che su questa priorità troverà ben altri consensi e ben altra generatività di bene comune”.

FamigliaLavoroAmbiente. L’Azione Cattolica di Puglia si racconta

Domenica 14 giugno si svolgerà presso l’Hotel del Levante a Torre Canne il Consiglio regionale dell’Azione Cattolica di Puglia, con un convegno pubblico sul tema FamigliaLavoroAmbiente. Sarà un’occasione importante per riflettere insieme e soprattutto per abitare i luoghi, considerato che i partecipanti saranno immersi nel territorio locale, a contatto con la natura, nel Parco delle Dune costiere.

Un trittico tematico che vuole mettere in risalto come il legame tra le tre questioni sia fondamentale non solo per leggere in modo analitico il territorio, ma anche per far “esplodere” belle testimonianze; l’idea di fondo nasce, infatti, dall’esigenza di poter offrire a tutti la possibilità di elaborare ed attivare una nuova progettualità di rilancio a favore della comunità civile ed ecclesiale.

Stimoli che ben si allineano con le riflessioni proposte dalla Chiesa Italiana, a partire dagli input offerti nel documento del prossimo Convegno Ecclesiale di Firenze, con particolare riferimento ai cinque verbi “uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare”; per arrivare poi ai lavori del Sinodo della famiglia, in cui il percorso di discernimento a livello personale e comunitario suscita nuovi orizzonti.

Il programma del convegno vedrà la presenza di ospiti d’eccezione, quali la coppia Miglionico-Petracca Ciavarella della Pastorale Familiare pugliese, coppia che ha partecipato in qualità di uditrice allo scorso del Sinodo della famiglia, e Simona Loperte, segretaria nazionale del Movimento Lavoratori di Ac. Ai loro interventi seguirà un segno concreto, secondo lo stile di chi si mette in cammino per abitare i luoghi della vita: è prevista, infatti, per i convegnisti una visita guidata all’interno di uno degli scorci più belli del Parco delle dune costiere. La rete con il Parco naturale regionale e altri soggetti promotori del territorio, come la cooperativa Serapia, vuole mettere in risalto che è possibile elaborare insieme semplici percorsi laboratoriali, con l’obiettivo di promuovere e sviluppare in modo propositivo una creatività a favore del territorio locale.