“Che ne abbiamo fatto della liberazione sessuale conquistata negli anni Sessanta?”.
È questa la domanda alla quale cerca di rispondere nel suo libro “Una gioventù sessualmente liberata (o quasi)” (edito in Italia da Sonzogno) la scrittrice francese Thérèse Hargot, terapeuta e insegnante di educazione sessuale nei licei parigini, forte di un’esperienza pluridecennale di lavoro a stretto contato con gli adolescenti.
L’autrice accompagna gli studenti incontrati nelle classi a riconoscere con consapevolezza e criticità i tanti, nuovi stereotipi culturali con cui essi guardano ai sentimenti, all’affettività, al sesso e alla sessualità. Sono modelli trasmessi da un folto parterre di educatori – docenti, genitori, media – concordi nel confermare alle nuove generazioni l’importanza di misurarsi da subito con la propria sessualità, superando divieti, regole e imperativi considerati ormai “vecchi”, ma in realtà solo sostituiti da nuove prescrizioni, non sempre all’altezza della felicità che promettono. «Perché l’individuo – scrive la Hargot – crede di vivere una vita sessuale e affettiva vincolata dalle proibizioni, dalle regole e dalle istituzioni, ma si conforma in ogni punto e a sua insaputa ai “bisogna”, “si deve” ed “è normale” della sua epoca, ai nuovi comandamenti».
Ma se non c’è la felicità, non sarà forse il caso di ripensare cosa significhi essere veramente liberi?
Di questo e di molto altro si parlerà nella prossima diretta Facebook del Forum delle Associazioni familiari di Puglia, durante la quale la presidente Lodovica Carli dialogherà con Giovanni Marcotullio, giornalista, curatore e traduttore del volume in italiano, che ben conosce il pensiero dell’autrice.
La comunicazione del Forum delle famiglie di Puglia si arricchisce di un nuovo strumento: il canale YouTube.
Da questa settimana, infatti, partono gli approfondimenti curati dalla giornalista Maria Luisa Troisi, che saranno dedicati di volta in volta a un aspetto della vita delle famiglie pugliesi.
Non potevamo che cominciare affrontando il tema della scuola che, già messa a dura prova dalla pandemia in corso, deve districarsi anche tra ordinanze regionali, disposizioni governative e sentenze del Tar.
In mezzo a tanta confusione ci sono gli studenti e i loro genitori, prèsidi e insegnanti, a cui abbiamo deciso di dare voce per consentire loro di esprimere difficoltà, paure e speranze. Ecco il video.
Per rimanere aggiornati sui prossimi temi è sufficiente iscriversi al canale YouTube Forum Famiglie Puglia News, mentre per proporre storie, argomenti, criticità e buone pratiche che riguardano le famiglie pugliesi è possibile scrivere all’indirizzo mail ufficiostampa@forumfamigliepuglia.org.
Confido è un progetto di innovazione sociale finanziato dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato dal Forum nazionale delle Associazioni Familiari, che intende promuovere e diffondere su tutto il territorio italiano la conoscenza delle pratiche di affido, di adozione nazionale e internazionale e di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Lo scopo è agevolare il lavoro quotidiano delle case-famiglia e rispondere alle esigenze di bambini e ragazzi in attesa di affido o adozione o vittime del fallimento di quest’ultima.
L’attività di sensibilizzazione al tema viene portata avanti a livello regionale per raggiungere capillarmente le famiglie interessate e coinvolge Lazio, Lombardia, Puglia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Campania, Calabria, Sardegna e Sicilia. Nella nostra regione si parte sabato 7 novembre alle 10.30 con la presentazione online del progetto in diretta sulla pagina Facebook ufficiale del Forum Famiglie Puglia, dal titolo #laPugliaaccoglie.
All’evento interverranno la presidente del Forum delle Associazioni Familiari di Puglia Lodovica Carli, la referente di Ai.Bi. Puglia Floriana Canfora, i rappresentanti dell’associazione Papa Giovanni XXIII Lucia Capogna e Giusi Caliandro e Leonardo Trione della Comunità Arca dell’Alleanza. L’incontro, durante il quale sono previste anche testimonianze di famiglie affidatarie e adottive, sarà moderato da Antonio Gorgoglione, coordinatore del Movimento Famiglie Puglia di Ai.Bi.
Confido proseguirà poi con corsi di formazione e orientamento alle famiglie e ai futuri tutori volontari per minori migranti e con eventi di sensibilizzazione e promozione. A livello nazionale saranno realizzati una campagna pubblicitaria via social e un sito di progetto, nel quale saranno messe in rete e condivise le buone pratiche su questi temi.
Al via i tavoli di progettazione partecipata del «Progetto Accogli – agire le competenze di cittadinanza in ottica globale lavorando insieme», parte conclusiva del percorso formativo elaborato dal Forum nazionale delle associazioni familiari e finanziato dal Ministero delle Politiche Sociali e del Lavoro per formare i giovani dai quattordici ai diciannove anni d’età alla cittadinanza attiva. Nel corso dei tavoli i ragazzi incontreranno le esperienze di alcuni testimoni provenienti dal mondo del lavoro che li istruiranno sulle buone prassi da adottare nella vita professionale e saranno la base per la realizzazione di un documento prodotto in collaborazione con i giovani del percorso che verrà presentato prossimamente alla comunità barese: il manuale «Accogli il futuro», strutturato sul modello delle cinque macro aree individuate dall’Agenda 2030 europea. Si comincia giovedì 5 novembre alle ore 18:00 con il tavolo «L’amicizia generativa» moderato dalla formatrice del «Progetto Accogli» Emanuela Megli e a cui prenderanno parte Francesco Tortorella, responsabile dei progetti di coordinazione e sviluppo dell’«Associazione per il mondo unito» (AMU) e Chiara Caniato, socio fondatore dell’associazione «It’s time 2.0», tema del tavolo saranno le relazioni umane come base di attività imprenditoriali. Seguirà a questo appuntamento il tavolo «Piano d’azione per iniziative sociali e di lavoro» di giovedì 18 novembre alle ore 18:00 coordinato dalla formatrice Emanuela Megli e da Cardenia Casillo, consigliere delegato della «Fondazione Vincenzo Casillo», durante il tavolo verranno discusse le modalità per realizzare una startup o una attività professionale propria. «Ci auguriamo che il lavoro del “Progetto Accogli” possa spingere alla solidarietà i giovani che hanno partecipato al percorso – ha dichiarato Lodovica Carli, presidente del Forum delle associazioni familiari di Puglia – in modo da avere dei soggetti attivi e debitamente formati secondo i contenuti della dottrina sociale della Chiesa cattolica»
Francia e Gran Bretagna, con situazioni di contagio nettamente peggiori rispetto alle nostre, chiudono tutto tranne le scuole. In Puglia si fa esattamente il contrario, penalizzando migliaia di studenti e di famiglie per porre un argine tardivo alle inadempienze del Governo regionale.
Nell’estate appena trascorsa, mentre si aprivano i confini ai turisti e si impegnavano energie e risorse in campagna elettorale, poco o nulla è stato fatto per garantire condizioni sicure di trasporto ai tantissimi ragazzi che viaggiano per raggiungere le proprie scuole. Eppure i dirigenti scolastici hanno compilato monitoraggi periodici e dettagliati, dando alla Regione Puglia tutto il tempo di prendere i necessari provvedimenti, potenziando le infrastrutture.
Allo stesso modo, dato il fisiologico aumento dei contagi collegato alla riapertura, si sarebbe dovuto prevedere un rafforzamento del sistema sanitario regionale, magari con unità mobili fuori dalle scuole per effettuare rapidamente i tamponi ed evitare anche il sovraccarico di lavoro per pediatri e medici di famiglia. Invece no, si chiudono i cancelli delle scuole dopo un solo mese di lezioni, perché qualcosa, a monte, non ha funzionato. E la colpa non è certo dei presidi e dei docenti, men che meno degli studenti. Quello della Regione Puglia è stato un grave errore di prospettiva.
Le scuole sono luoghi nei quali si rispettano regole e sono applicati protocolli rigidi. Ora nel tempo libero questi bambini e questi ragazzi, poiché nessun lockdown impedisce loro gli spostamenti, si incontreranno nei parchi, nelle piazze e per le strade, con il rischio reale di un peggioramento della situazione.
Nel frattempo, la responsabilità di gestire i figli nella didattica a distanza ricade inevitabilmente sui genitori. Su quelli che “si possono permettere” lo smart working, già di per sé non poco faticoso, e quelli che invece sono ancora tenuti a recarsi in ufficio, in fabbrica, in ospedale, nelle attività commerciali regolarmente aperte. È un peso ulteriore che le famiglie pugliesi non possono permettersi di portare ancora a lungo, già stanche e stremate psicologicamente ed economicamente.