Illustre Presidente Emiliano,

Le scriviamo in merito alla Sua dichiarazione inerente l’avvio dell’iter istituzionale finalizzato ad una legge regionale contro l’omotransfobia e contro il bullismo omofobico.

Naturalmente condividiamo la più assoluta avversione contro ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale, ma anche su religione, età, sesso, razza, disabilità, colore della pelle, condizione lavorativa, situazione economica, così come siamo fermi oppositori di ogni forma di violenza contro chiunque.

Ma proprio per questo ci chiediamo: perché una legge contro il bullismo omotransfobico, anziché contro OGNI forma di bullismo? Secondo i dati dell’OSCAD, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori istituito presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, così come secondo il centro di ricerche “Pew Research” l’Italia è tra i Paesi del globo con minor livello di omofobia e con i maggiori tassi di accettazione dell’omosessualità, poco sotto la Francia e sopra gli Stati Uniti.

E’ invece il Paese ove moltissime donne sono discriminate sul lavoro per il fatto stesso di essere donne e quindi di poter divenire madri, e proprio in Puglia conosciamo bene l’infame abitudine di far firmare alle aspiranti lavoratrici una lettera con le proprie dimissioni in caso di gravidanza.

Siamo una Regione in cui il bullismo è particolarmente presente nelle scuole, fra adolescenti e giovani, come le Associazioni del Forum sanno bene per l’azione di prevenzione realizzata in diversi istituti in collaborazione con docenti e dirigenti scolastici. Ma queste azioni richiedono tempo, investimenti, collaborazione scuola – famiglia.

Perché allora non pensare ad una legge regionale contro OGNI tipo di discriminazione ed OGNI forma di bullismo? “Ci sono persone più uguali di altre?”, direbbe George Orwell.

Lavorare per incentivare l’occupazione femminile o per una sempre più stretta alleanza scuola-famiglia che rafforzi il patto educativo e lo renda più efficace sono due esempi di politiche familiari non episodiche che il Forum delle Associazioni Familiari chiede da tempo, in particolare a Lei, come agli altri assessori e consiglieri regionali firmatari del Manifesto propositivo predisposto dal Forum regionale in occasione delle ultime elezioni regionali.

Avete sottoscritto che la Puglia ha bisogno di politiche familiari strutturali, non di filiera, di ampio e lungo respiro, per affrontare temi come la eccezionale crisi della natalità fra le donne pugliesi e come la necessità di rimodulare fisco e tariffe, ticket sanitari compresi, in funzione dei carichi familiari.

Il recentissimo Rapporto di “Save the children”, dedicato alla maternità in Italia, colloca la Puglia agli ultimi posti della graduatoria delle regioni italiane in termini di servizi alla maternità ed all’infanzia, di cura e di lavoro femminile; e le risultanze del convegno che il 21 marzo scorso il Forum aveva promosso per denunciare le culle vuote ed il fenomeno della migrazione dei giovani dalla nostra terra ha messo in evidenza la necessità di urgenti interventi in questo campo, primi fra tutti le politiche fiscali e del lavoro per i giovani.

Spiace dunque constatare che il Presidente della Regione non abbia sentito la necessità di dichiarare una qualche forma di impegno in questo senso in occasione della recentissima Giornata internazionale della Famiglia, indetta dall’ONU e celebrata il 15 maggio scorso. Come spiace che per la “Settimana della Famiglia” tenutasi nella Città metropolitana di Bari dal 7 al 15 maggio scorsi ed organizzata dal Forum delle Associazioni Familiari, solo l’Assessore regionale al Welfare, che ringraziamo, abbia sentito la necessità di darci il suo patrocinio gratuito.

Caro Presidente, è tempo di politiche serie. E’ la famiglia è la cosa più seria che ci sia nella società civile.
Che ne dice, ci incontriamo?

 

Il Forum delle Associazioni Familiari di Puglia

Condividi articolo