Negli ultimi vent’anni, complessivamente, la perdita netta di popolazione del Mezzogiorno dovuta ai trasferimenti verso il Centro Nord è pari a un milione 174mila. Sono i dati rilevati dall’Istat nel Report sulla mobilità interna e le migrazioni internazionali.

Le regioni del Centro Nord registrano infatti flussi netti sempre positivi provenienti dal Mezzogiorno: l’Emilia Romagna ha accumulato fino al 2017 un guadagno netto di popolazione di oltre 311mila unità, la Lombardia di oltre 260mila, le altre regioni del Centro Nord, nel complesso, di circa 602 mila. I saldi netti sono invece sempre negativi tra 1997 e 2017 per le regioni del Sud e delle isole; unica eccezione l’Abruzzo, che ha presentato saldi positivi fino al 2008, mentre dal 2009 al 2017 i saldi sono stati negativi, verosimilmente in conseguenza del terremoto che ha fatto crescere le cancellazioni anagrafiche nelle zone colpite. In particolare, nel periodo considerato, la Sicilia ha perso più di 261mila residenti in seguito alla mobilità interregionale, la Campania, da sola, 464mila; le altre regioni del Mezzogiorno circa 449 mila.

Solo nel 2017, il volume complessivo della mobilità interna è di un milione e 335mila trasferimenti, sostanzialmente invariato rispetto al 2016 (+0,2%). Di essi, 323mila sono trasferimenti tra regioni diverse (-0,6%); un milione e 12mila, invece, sono movimenti avvenuti all’interno delle regioni (+0,5%). Il numero di trasferimenti interregionali è pari a 322.867 (24,2% del totale), in leggero calo rispetto all’anno precedente (325mila); il tasso di migrazione interregionale, invece, è rimasto invariato ed è pari al 5,3 per mille.

Le ultime previsioni demografiche nello scenario mediano prospettano una tendenza in lieve diminuzione e un tasso stimato al 5 per mille per il 2037.

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