È stato inaugurato martedì 14 dicembre a Bari, nella sala Agorà della Fiera del Levante, lo Sportello virtuale “Puglia for family” , una misura sperimentale proposta dal Forum regionale delle Associazioni familiari ed inserita nelle azioni a supporto della comunicazione e del monitoraggio delle azioni del Piano regionale delle politiche familiari approvato a febbraio del 2020. Lo Sportello, attivo da metà settembre, è attualmente gestito dal Forum Famiglie di Puglia che ha vinto lo specifico avviso pubblico regionale.

All’evento hanno preso parte il professor Giancarlo Blangiardo, presidente nazionale ISTAT, che ha illustrato la relazione sul tema “La denatalità in Puglia, prima e dopo la pandemia”, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’Assessora al Welfare Rosa Barone e la Presidente del Forum delle associazioni familiari Puglia Lodovica Carli. I lavori sono stati introdotti dalla Capo Dipartimento Welfare della Regione Puglia Valentina Romano.

Lo Sportello al momento è dotato di un sito web (www.pugliaforfamily.it) e di una pagina Facebook (www.facebook.com/Pugliaforfamily.it/); nonché di un indirizzo mail (pugliaforfamily@gmail.com), a cui è possibile scrivere segnalando problematiche o buone prassi. Il gruppo di lavoro dello Sportello, coordinato dal giornalista Onofrio Pagone, che ha moderato i lavori, è composto da due giornaliste, un grafico-web designer, uno statistico per i monitoraggi e una incaricata dell’amministrazione.

«Tutti sappiamo quanto sia  importante nei momenti di difficoltà familiare avere un punto di riferimento – ha dichiarato il presidente Emiliano – e questo è diventato ancora più pressante durante il periodo pandemico. Avere un soggetto che ti sostiene nell’affrontare le cose straordinarie, ma anche quelle ordinarie, è necessario. La Regione Puglia, durante il percorso di dialogo con le famiglie, ha in linea già da tre mesi questo sportello ricco di informazioni e curato da persone che sanno dare risposte e che vogliamo far crescere. Abbiamo intenzione di insistere e investire sempre più energie ed economie per fare in modo che questo sistema possa fornire informazioni, sostegno e orientamento, senza i quali anche un problema risolvibile diventa un dramma. Ringrazio Rosa Barone, Valentina Romano e Lodovica Carli e Onofrio Pagone per l’abnegazione e l’impegno profusi nella realizzazione di questo progetto. Siamo solo ai nastri di partenza: tutto ciò che è stato fatto fino ad ora in termini di rivoluzione delle politiche familiari è un work in progress. La Regione continuerà a vigilare e a porre l’accento su tutto quello che riguarda la natalità e a gettare le basi per far sì che le famiglie possano crescere e costruire il loro futuro con un sostegno economico adeguato. C’è ancora tanto da fare ma siamo a buon punto, abbiamo indossato i calzoncini e le scarpette e siamo pronti a iniziare questa corsa i cui benefici potranno essere goduti dalle nuove generazioni».

«Il Piano regionale delle politiche familiari, approvato con delibera di giunta il 25 febbraio del 2020 – ha spiegato la Capo Dipartimento Welfare della Regione Puglia Valentina Romano – è  il frutto di un lungo percorso partecipativo, avviato in coerenza con la legge regionale n. 28/2017, per rispondere all’esigenza di intercettare i bisogni di tutte le famiglie pugliesi e formulare risposte condivise, in una logica di piena partecipazione dal basso. L’istituzione dello sportello virtuale è stata approvata esattamente un anno fa a supporto della comunicazione e del monitoraggio delle prime azioni del Piano stesso. Obiettivo del Piano è promuovere il benessere familiare, che passa da una visione strategica di interconnessione fra settori. La famiglia è un fattore produttivo di beni, anche relazionali, non riguarda solo la dimensione privata, ma l’intera sfera pubblica. Stiamo dando vita ad azioni per conciliare i tempi vita – lavoro delle donne, ad esempio attraverso i buoni servizio per minori e per l’accesso ai servizi domiciliari e a ciclo diurno per anziani non autosufficienti e persone con disabilità, e con fondi e con uno stanziamento di due milioni 900mila euro per fondi bilaterali a sostegno delle famiglie numerose. Il compito della Regione è coordinare e integrare una visione  sinergica con tutti gli stakeholders del territorio che, a vario titolo, si occupano di promuovere una genitorialità positiva, di offrire sostegno nelle fasi di vita della famiglia rispondendo alle aspettative con servizi di qualità. Vogliamo promuovere il protagonismo delle famiglie e la costruzione di alleanze tra servizi pubblici e reti associative».

«I dati dell’Istat – ha concluso l’Assessora al Welfare Rosa Barone – ci dicono che gli ultimi 12 anni hanno visto una riduzione costante delle nascite, tanto che dal 31/12/2013 al 31/12/2020 si contano oltre un milione di residenti in meno. Dal 2012 assistiamo ogni anno al miglioramento a ribasso delle nascite, numeri destinati a scendere nel 2021. Non possiamo restare fermi davanti a questi numeri, ma dobbiamo far sì che le donne non siano costrette a scegliere tra lavoro e famiglia con l’attuazione di politiche per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, che passano anche attraverso i tempi e gli orari delle città, e bisogna potenziare i sistemi di welfare territoriali integrati. Parallelamente, visto il progressivo invecchiamento della popolazione, dobbiamo sostenere le politiche per la promozione dell’invecchiamento attivo. Stiamo lavorando su entrambi i fronti in Regione, per questo ritengo importante far conoscere al maggior numero di pugliesi le azioni del piano delle politiche familiari. L’assessorato al welfare non è da solo, ma in sinergia con gli altri assessorati deve supportare le famiglie. Il modello di distretto famiglie deve diventare centrale, come centrale è la famiglia all’interno delle nostre comunità. Dobbiamo programmare insieme con il Governo nazionale le misure di sostegno alle famiglie che devono essere supportate. Quello che farà questo sportello, che ha una funzione di comunicazione e monitoraggio, anche dell’andamento delle misure, per capire lì dove intervenire per essere sempre più incisivi».

«A fine anno – ha spiegato il direttore dell’Istat Blangiardo nella sua analisi – in Italia saremo sotto i 59 milioni di abitanti. Quest’anno si è accentuata la tendenza alla denatalità. Nel 2021 i 405mila nati dell’anno scorso non verranno raggiunti, ma ci si attesterà sui 380mila. Altro elemento importante è il cambiamento strutturale. Nel 2020 in Puglia ci sono stati  44mila morti e 26mila nati. Oggi ci sono quasi 4 milioni di pugliesi, mentre nel 2070 se ne prevedono 1milione 400mila in meno, all’incirca 2 milioni 600mila. Una tendenza in linea con quella italiana, dal momento che nei prossimi 70 anni si prevede un sempre più lento calo delle nascite».

«Aumenteranno costantemente invece gli over 50 – ha spiegato ancora il professor Giancarlo Blangiardo -, un’onda “silver” che popolerà la nazione in maniera progressiva fino al 2051. Non varieranno solo i numeri della popolazione, ma anche la composizione degli assetti familiari: crescerà sempre più il peso della solitudine nelle età anziane. Anche la Puglia si avvia a un cambio di assetto familiare notevole. Sempre meno figli, il cui costo inevitabilmente incide sull’economia locale».

Blangiardo ha illustrato una serie di rimedi per contrastare la denatalità creando una sinergia tra famiglie, enti pubblici e privati per il sostegno costante dei nuclei familiari. «Se hai figli ne paghi le conseguenze – ha sottolineato il presidente dell’Istat –. Come mostrano i grafici, sempre meno famiglie abbienti mettono al mondo dei bimbi, perché crescere un figlio comporta delle spese notevoli. Bisogna invertire questa tendenza e non lasciare solo chi invece crea una famiglia ma non ha la possibilità economica per mantenerla». Tre sembrano essere le linee d’azione che si ritiene indispensabile dover attivare in risposta all’«inverno demografico», in Italia così come nella Regione Puglia: favorire i flussi di “produzione” o acquisizione di nuovo capitale umano; agevolare la formazione e l’inserimento dei giovani e delle donne nei percorsi della vita sociale ed economica: ciclo di vita scolastico e familiare, superamento dei gap di genere; avviare iniziative per la conservazione e la valorizzazione di quelle risorse umane (già presenti) depositarie di esperienze e conoscenze che sono ancora pienamente, quand’anche “diversamente”, valide: supporto/incentivo a programmi di invecchiamento attivo.

«Occorre una rivoluzione culturale che porti a considerare la spesa a favore delle famiglie non come un costo, ma come un investimento che deve essere innervato da azioni integrate tra loro (e non portate avanti a compartimenti stagni) a livello regionale, nel rapporto fra Regione e Comuni e nel confronto con il vissuto reale delle famiglie pugliesi». Così la presidente regionale del Forum delle associazioni familiari della Puglia, Lodovica Carli. «È evidente – ha aggiunto – la necessità di leggere la famiglia non solo come fatto privato, come rifugio emotivo-affettivo, bensì riscoprirne la componente strutturalmente in grado di contribuire al capitale umano e sociale di una comunità, determinandone in notevole misura la qualità. In Puglia non si parte da zero, ma dobbiamo andare avanti e sviluppare sempre più concrete misure di politica familiare regionale, anche  in base alle nuove problematiche fatte esplodere dalla pandemia. Non a caso, il Piano regionale prevede un report pubblico annuale sul suo stato di attuazione e sulla verifica delle misure effettivamente realizzate. Scopo dello Sportello è intercettare le famiglie e rispondere alle loro domande in merito a servizi e azioni regionali, eventualmente connettendole con gli specifici uffici competenti a cui fare riferimento. L’obiettivo è raccogliere segnalazioni relative a criticità e bisogni, direttamente dalla società civile e dai soggetti interessati, far conoscere alle famiglie le opportunità offerte dalla Regione Puglia, attraverso l’aggiornamento costante delle informazioni inerenti alle specifiche politiche, misure e azioni a sostegno delle famiglie pugliesi, da pubblicare sul portale regionale. Occorre che le Regioni facciano la loro parte sui territori, così come sta avvenendo in Puglia, per rimuovere gli ostacoli a formare una famiglia e per mettere le coppie nella condizione di avere figli, se lo desiderano».

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