La Puglia sta approvando una proposta per il contrasto della povertà e all’esclusione sociale: il Reddito di Dignità – ReD, che prevede una spesa di circa 55-65 milioni di euro all’anno. Il ReD prevede un sussidio monetario di circa 600 euro mensili per una famiglia di 5 componenti che varia al variare della composizione familiare, per circa 12 mesi, a fronte di un patto reciproco di impegno tra strutture
di servizi pubblici e beneficiario.

Gli aspetti maggiormente critici riguardano il soggetto beneficiario (se il nucleo familiare o il singolo individuo componente il nucleo familiare); i criteri di accesso al sostegno, il coinvolgimento attivo dei soggetti del terzo settore, dell’associazionismo familiare, del mondo della cooperazione oltre ai comuni e ai servizi pubblici per il lavoro.

Il sostegno monetario e i servizi non devono essere rivolti al singolo ma alla caratteristica multidimensionale delle persone che compongono il nucleo familiare, quindi non solo il tirocinio lavorativo per chi è in età da lavoro. E se la famiglia ha un disabile, se ha un bambino che non va all’asilo o è saltuario alle materne, alle scuole medie e superiori, se ha un giovane inoccupato, quali servizi vengono offerti?

Non è il singolo bambino che è povero, ma il suo nucleo familiare, non è a disaggio il singolo disabile, o il singolo individuo in povertà, ma il nucleo familiare in cui vive che è povero e non ha risorse e servizi di sostegno, di accompagnamento, di cura.

La presa in carico per dodici mesi ha senso se si pone l’obiettivo concreto di accompagnare il nucleo familiare povero preso in carico verso l’uscita dall’area della povertà assoluta.

Infatti, uno dei problemi più gravi è la permanenza del nucleo familiare povero nella situazione di povertà assoluta.

Un altro aspetto critico è il patto tra Servizi per l’impiego e Ambito territoriale per la presa in carico del nucleo familiare: il primo non ha sufficienti risorse umane e finanziarie, il secondo già svolge con
fatica e difficoltà i compiti attualmente in essere in materia di servizi di inclusione. L’esperienza dei cantieri di cittadinanza sta insegnando pure qualcosa.

Inoltre, il movimento associativo, le impresse cooperative, il mondo del terzo settore non ha un ruolo attivo, propositivo, decisivo in questo provvedimento.

In considerazione di tutti questi elementi, il Forum delle Associazioni Familiari ha predisposto una proposta di emendamenti all’attuale disegno di legge ReD.

La proposta del Forum delle Associazioni Familiari ritiene particolarmente importanti le regole di condizionalità per le persone con responsabilità di cura, soprattutto dei bambini piccoli. Anzitutto è il nucleo familiare che viene preso in carico.

Viene valorizzato il principio secondo cui la famiglia, quale attore responsabile e autonomo nelle proprie scelte, possa produrre welfare per i propri membri e per l’insieme delle famiglie pugliesi.

Tutti i membri del nucleo familiare destinatario della misura sono tenuti a partecipare a un Patto di inclusione socio-economica che deve avere natura multidimensionale nell’offerta dei servizi personalizzai.

Inoltre, è necessario garantire il principio della libertà di scelta della famiglia beneficiaria di decidere da quale soggetto ricevere l’accompagnamento e il sostegno

Si pone l’obiettivo dichiarato di accompagnare il nucleo familiare povero fino al superamento far della soglia di povertà assoluta nell’arco dei dodici mesi. Offrire una filiera di servizi, riconoscendo la multidimensionalità dei bisogni del nucleo familiare povero, con un ruolo molto attivo e inclusivo dei diversi organismi Associativi, Cooperative, imprese.

FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI DELLA PUGLIA

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