Il 23 giugno ricorre le Giornata Internazionale delle Persone Vedove, istituita dall’Onu nel 2011.

Nel 2020 essere vedovi cosa vuol dire? C’è la necessità di una giornata dedicata? Sì, è indispensabile. Si tende infatti a relegare la vedovanza al privato, come se ci fossero solo gli aspetti di gestione ed elaborazione del lutto, del dolore e della sofferenza, ma le famiglie vedove – che in Italia sono circa 5milioni, in Puglia 275mila e a Taranto circa 16mila (numeri ante Covid-19) – subiscono ingiustizie sociali, fiscali ed economiche non conosciute alla maggioranza delle persone e spesso neanche dagli addetti ai lavori: sindacalisti, assistenti sociali…

Dal 1995, i coniugi superstiti che lavorano subiscono una severa riduzione sulla reversibilità sino al 50% dell’importo, già ridotto al 60% della pensione originaria; inoltre pagano le tasse tre volte: sul proprio reddito, sulla pensione e sul cumulo. Solo per citare l’ultimo episodio, una professionista vedova titolare di pensione di reversibilità dell’importo di 41 euro non ha potuto accedere al contributo di 600 euro.

Gli orfani devono laurearsi in regola altrimenti perdono quella minima quota di pensione.

Io sono la responsabile provinciale di Taranto del Il Melograno, aderente al Forum delle Associazioni Familiari, unica associazione legalmente costituita che si occupa dei diritti civili delle Persone Vedove, con lo scopo di migliorare la condizione vedovile nei suoi vari aspetti. Ad esempio, nel caso della professionista appena citata, con il Forum è stato presentato un emendamento che ha consentito il versamento dei 600 euro.

Nel Piano Regionale delle politiche familiari della Puglia si propone anche una riduzione dell’addizionale regionale e si sostengono disegni di legge per eliminare parte dell’art. 1 della legge 335/95 che riduce la reversibilità.

Negli scorsi anni a Taranto si teneva un tavolo divulgativo delle problematiche vedovili, quest’anno non è stato possibile per gli ovvi motivi. Sempre a Taranto, l’attività dell’associazione prevede la celebrazione annuale della Messa per i Coniugi Defunti presieduta dall’Arcovescovo
monsignor Filippo Santoro, la convenzione per la stagione cinematografica del Casalini, la presentazione di libri e qualche anno fa l’organizzazione di un convegno sulla solitudine, oltre a un servizio
psicologico di ascolto attivo, consulenza e indirizzo fiscale su appuntamento.

Ma tanto c’è ancora da fare per queste famiglie fragili, ma nascoste per chi non le vuol vedere.

Emanuela Zucchetta Cafiero

Condividi articolo