Gentile onorevole,

lo scorso 17 ottobre, il Forum nazionale delle associazioni familiari ha portato a Roma, in piazza Montecitorio, passeggini e seggioloni vuoti per sollecitare il mondo della politica e l’opinione pubblica sul fatto che in Italia urgono politiche per la natalità e per tenere alta l’attenzione sull’assegno unico (240 euro per figlio fino alla maggiore età, invece dei vari bonus e delle detrazioni attualmente in vigore, sul modello di altri grandi Paesi europei) e spingere affinché venga inserito già nella prossima Legge di bilancio, in discussione proprio in questi giorni.

Come Forum regionale delle associazioni familiari di Puglia abbiamo aderito all’ iniziativa di sensibilizzazione perché crediamo fortemente che tale misura possa essere un passo veramente importante nella lotta alla denatalità nell’ambito delle politiche a sostegno delle famiglie, perché si tratta di un provvedimento universale, finalmente aperto a tutti, indipendentemente dal reddito, fra cui i giovani costretti a lavorare con Partita Iva o con impieghi precari. Ne va del futuro stesso della nostra società, che nel giro di qualche anno non sarà più in grado di sostenere il welfare, la sanità, le pensioni.

Siamo ormai tutti d’accordo che si tratti della più grande emergenza nazionale. Il calo delle nascite, che dura da decenni, condannerà presto il sistema di protezione sociale a implodere per mancanza di popolazione al lavoro. Misure estemporanee o bonus che hanno il sapore dell’assistenzialismo e della provvisorietà non bastano più.

L’inverno demografico nella nostra regione, più che in altre, mostra già numeri drammatici, con un calo delle nascite dell’8,4% tra il 2015 e 2018 (circa 10mila bambini in meno negli ultimi dieci anni) e 12mila alunni in meno nelle scuole pugliesi solo nell’ultimo anno.

È per questo che chiediamo a Lei e a tutti i parlamentari eletti in Puglia in ogni schieramento politico di impegnarsi personalmente e al più presto per spingere l’attuale Governo verso l’approvazione dell’assegno unico a livello nazionale.

Perché crediamo fortemente che la famiglia non sia un malato da curare, ma la cura del malato. Non sia il problema, ma la soluzione. E l’anno della famiglia deve essere questo, non più il prossimo. Possiamo contare su di Lei?

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