Non più autoritario come in passato, ma neanche marginale e debole come accade oggi. Il padre di famiglia, un solo avventuriero al mondo, al centro della riflessione sulla figura paterna, tenuta dal prof. Ezio Aceti, psicologo e psicoterapeuta, al liceo scientifico Salvemini di Bari organizzato dal Forum delle Famiglie di Puglia e dall’Associazione Igino Giordani, nell’ambito della Lunga festa della Famiglia, a cui hanno partecipato in 400 tra genitori, docenti e ed educatori. “Il bambino, la bambina – ha detto il prof. Aceti, con fare tagliente e provocatorio – ha il diritto di avere una relazione con il papà, il cui ruolo oggi è in crisi, offuscato dalla necessità (e a volte dal desiderio) della mamma di accentrare l’educazione dei figli nelle sue sole mani”. Empatia, riscontro con la realtà, fiducia, autonomia. Ci vuole il padre, non solo per crescere un figlio, ma anche perché una società senza maschi è violenta, immatura e poco autonoma. “Fino ai 7 anni la mamma è indispensabile e il padre gioca un ruolo di secondo piano, ma dai 7 anni ci vuole l’intervento del padre. Non con gli imperativi (né punizioni o castighi), ma con la sincerità, l’empatia, la fiducia nel fatto che suo figlio anche se ha sbagliato, può farcela. Non smettete mai di credere – ha detto ancora Aceti – e di trasmettere a vostro figlio che può farcela”. Al mattino lo psicologo arrivato da Lecco, ha incontrato gli studenti del liceo Salvemini, ma anche provenienti dalla provincia di Bari per parlare di “Conquista della libertà. “Ciò che conta – ha detto ai ragazzi – non è essere belli o brutti, come i media e la società vorrebbero insegnare – ma essere padroni del proprio corpo e della propria vita, riscoprendo così la propria unicità. E di conseguenza il proprio valore”.

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