Piano Famiglia 2025-2027 – Un aiuto concreto per sostenere la natalità e il rapporto vita-lavoro

Negli ultimi anni, si parla sempre più spesso di sostegno alla famiglia, ma spesso i discorsi si fermano alle buone intenzioni. Stavolta però arriva un progetto concreto, che mette insieme servizi, iniziative e risorse per accompagnare davvero le famiglie italiane nella vita di tutti i giorni. Si chiama Piano Nazionale per la Famiglia 2025-2027, ed è stato presentato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia con un obiettivo preciso: migliorare la qualità della vita delle famiglie italiane, sostenere la natalità e creare comunità più accoglienti.

Il cuore di questo Piano sta proprio nel suo approccio nuovo, che parte dai bisogni reali delle famiglie e si fonda sulla collaborazione tra istituzioni, enti locali, aziende e associazioni. È pensato per essere vicino alle persone, concreto e capace di portare risultati visibili nel quotidiano.
Un aiuto per ogni famiglia

Il Piano si rivolge a tutte le famiglie: giovani coppie, genitori con bambini piccoli, famiglie numerose, ma anche a chi sta pensando di mettere su famiglia o ha bisogno di aiuto nella gestione dei figli. Un’attenzione particolare è rivolta ai primi mille giorni di vita di un bambino, che sono i più delicati, e alle sfide quotidiane di chi deve conciliare lavoro e vita familiare.

Le iniziative messe in campo sono tante e toccano ambiti diversi. Si parte dal potenziamento dei servizi educativi e di cura per i più piccoli, soprattutto nella fascia 0-3 anni, in modo da facilitare il ritorno al lavoro dei genitori, in particolare delle mamme. Saranno creati o rafforzati i Centri per la Famiglia, punti di riferimento territoriali dove le famiglie potranno trovare ascolto, orientamento, consulenza psicologica e educativa, e tanti altri servizi utili.

Un’altra novità riguarda il mondo del lavoro: il Piano punta molto sul welfare aziendale, cioè su tutte quelle misure che aiutano i dipendenti a conciliare lavoro e famiglia. Verranno incentivate le aziende che offrono servizi flessibili, supporto ai genitori al rientro dal congedo parentale e iniziative di welfare condiviso. Non solo: nasceranno figure specializzate, come il Family Welfare Manager, che si occuperanno di coordinare queste politiche sul territorio, per far dialogare enti pubblici, aziende e terzo settore.
Comuni più a misura di famiglia

Il Piano prevede anche la creazione di una Rete dei Comuni per la Famiglia, un insieme di amministrazioni locali impegnate a rendere i propri territori più accoglienti e vicini ai bisogni dei nuclei familiari. Questo significa spazi pubblici più accessibili, servizi dedicati, agevolazioni e una rete di supporto diffusa.

Per aiutare i genitori, in particolare nei primi anni di vita dei figli, saranno formate nuove figure di sostegno alla maternità e alla paternità, capaci di affiancare le famiglie in modo personalizzato, anche grazie a una rete di servizi e informazioni facilmente accessibili attraverso piattaforme digitali.
Come informarsi e partecipare

Tutte queste iniziative saranno coordinate e rese disponibili anche online, grazie a un sistema informativo nazionale, che permetterà alle famiglie di conoscere con facilità i servizi, i bonus e le opportunità disponibili, suddivisi per territorio e tipologia.

I cittadini potranno rivolgersi ai Centri per la Famiglia del proprio Comune, partecipare alle iniziative locali, informarsi attraverso le piattaforme digitali e beneficiare dei nuovi servizi di welfare aziendale offerti dalle imprese aderenti al progetto.
Un progetto che parte dal territorio

Il Piano non si limita a calare dall’alto delle misure standardizzate, ma nasce dal territorio e si adatta alle sue specificità. I Comuni, le imprese, le associazioni e le famiglie stesse sono coinvolti nella progettazione e nella realizzazione degli interventi, in modo che ogni iniziativa risponda davvero alle esigenze di chi vive quel determinato contesto.

In un Paese dove la natalità è in forte calo e le difficoltà quotidiane per chi ha figli sono tante, questo Piano rappresenta una promessa concreta: aiutare le famiglie a non sentirsi sole, a trovare spazi, servizi e occasioni di sostegno reale, costruendo insieme una comunità più attenta e solidale.

Crollo della natalità irrefrenabile, anche in Puglia

Pubblicato ieri, 29 marzo 2024, l’ultimo Report ISTAT fotografa lo stato dell’arte della popolazione italiana. Il bilancio demografico della popolazione residente è prodotto elaborando i microdati della dinamica demografica acquisiti attraverso le notifiche inviate dai Comuni al sistema ANPR ed emerge un quadro che il presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, definisce «Grave. Anzi gravissima la situazione italiana. È un crollo senza fine quello a cui stiamo assistendo inerti malgrado i ripetuti allarmi. Questo crollo demografico ci sta condannando ad un futuro insostenibile dove non saremo in grado di far fronte ad una spesa sanitaria crescente perché la popolazione attiva continua a calare

Prosegue il calo delle nascite nel 2023. Secondo i dati provvisori, i nati residenti in Italia sono 379mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (era 6,7 per mille nel 2022). La diminuzione delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità (-3,6%).

Dal 2008, ultimo anno in cui si è assistito in Italia a un aumento delle nascite, il calo è di 197mila unità (-34,2%).  La riduzione della natalità riguarda indistintamente nati di cittadinanza italiana e straniera. Questi ultimi, pari al 13,3% del totale dei neonati, sono 50mila, 3mila in meno rispetto al 2022.

Il Mezzogiorno, con un tasso di fecondità totale pari a 1,24, il più alto tra le ripartizioni territoriali, registra una flessione inferiore rispetto all’1,26 del 2022, infatti in Puglia nel 2022 sono nati 26.301 bambini mentre nel 2023 i bambini nati scendono 25.554.

In particolare, il dato aggregato per Province, ci presenta una diffusa diminuzione dei nuovi nati per tutte le province pugliesi ad eccezione della Provincia di Foggia che registra un saldo positivo passando da 4178 nati nel 2022 a 4224 nati nel 2023. Saldo negativo, invece, per tutte le altre: la Provincia di Bari passa da 8566 nati nel 2022 a 8309 nel 2023, la provincia di Taranto da 3475 nati nel 2022 a 3402 nel 2023. La provincia di Lecce registrava 4866 nuovi nati nel 2022 e scende a 4622 nel 2023, situazione analoga anche per la provincia di Brindisi che passa da 2512 nati nel 2022 a 2355 nel 2023 e lieve flessione anche per la Provincia di Barletta – Andria – Trani che registra 2642 nati nel 2023 a fronte del 2704 nati nel 2022.

La popolazione residente in Puglia al 1° gennaio 2024 scende a 3.890.250 rispetto alla popolazione residente al 1° gennaio 2023 che poteva contare su 3.907.683 cittadini.

«Dati, quelli pubblicati dall’ISTAT – commenta Giovanni Gallo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari di Puglia – risultano tristemente coerente con l’allarme che il Forum delle Famiglie lancia da diversi anni, sia a livello nazionale che a livello locale. Occorre ribadire l’urgenza, non più procrastinabile, di un’azione sinergica a sostegno della Natalità nella nostra Regione Puglia. Tanti piccoli comuni delle aree interne sono soggette ad una costante diminuzione della popolazione a cui, in questo momento, neppure le politiche di attività e d’integrazione risultano sufficienti per contrastare questo fenomeno. Una Regione vocata al Turismo come la nostra Puglia, rischia di perdere nel tempo gran parte del proprio patrimonio materiale e immateriale che la rende “unica” agli occhi del mondo, banalmente perché non ci sarà più nessuno. Noi questo non lo vogliamo e lanciamo l’invito ai nostri Amministratori Regionali per riattivare un processo di partecipazione che ci permetta di cercare, insieme, soluzioni efficaci e strutturali.”