Giuliodori: «Non riduciamo l’esperienza di essere uomo e donna a una banalizzazione dei ruoli»
Si è conclusa «Affettività, sessualità e desiderio di felicità», la prima giornata del corso di formazione per educatori promosso dal Forum delle associazioni familiari di Puglia, da Uciim Puglia e dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto: «L’educazione in cerca d’autore» dedicata all’approfondimento della sessualità nel mondo di oggi e a come affrontare le difficoltà affettive più impegnative vissute dalle nuove generazioni.
All’incontro hanno preso parte cinquanta insegnanti
provenienti dalle scuole di Bari e provincia, hanno introdotto la lezione i
saluti dell’arcivescovo di Bari monsignor Giuseppe Satriano: «Troppe volte assistiamo alla
deflagrazione di esistenze schiacciate dal peso di una libertà irresponsabile,
se si parla di sentimenti e di educazione alla sessualità questo vale ancora di
più. Citando Umberto Galimberti: “Gli impulsi sono fisiologici, biologici e
naturali. Il passo successivo è passare da impulsi ad emozioni”. Il sentimento
è una forma evoluta che non è solo una faccenda emotiva ma anche cognitiva»
Il contributo di
monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’università Cattolica del Sacro Cuore,
è stato il primo della giornata di
studio dove sono state fornite ai docenti le basi filosofiche e teologiche per
approfondire le dinamiche dell’affettività umana: «I credenti sono accusati di
fare affermazioni di principio seguendo i loro valori e senza dare peso alla
scienza e alla verità delle cose. È fondamentale quindi che ci vestiamo di
autorevolezza, ci diamo un linguaggio preciso riconoscendo quali sono le
questioni da affrontare con onestà. Il
concetto di ragione viene però confuso dai nostri accusatori con l’idea dell’individualità
che interpreta il sentire e il vissuto in chiave individualista. L’uomo diventa
solo nei suoi desideri finché non ha qualcuno in cui rispecchiarsi, l’altro. Il
primo altro che abbiamo conosciuto nell’istante in cui nasciamo è la donna.
Maschile e femminile sussistono quindi uno nell’altro, e con la scoperta dell’amore
si percepisce il mistero di Dio che si manifesta nella fecondità umana».
«Essere uomo ed
essere donna non può quindi ridursi a una banalizzazione dei ruoli, sono invece
due esseri complementari e diversi – ha continuato monsignor Giuliodori -. Oggi
è sempre più importante garantire che la scoperta dell’altro avvenga nel
rispetto della singola diversità. La cultura moderna uccide l’incontro con la
peculiarità della persona confondendo la scoperta dell’amore e della felicità
con il soddisfacimento dei desideri dell’io. L’amore non deve essere confuso con l’esperienza casuale della
sperimentazione sessuale che privilegia i desideri, l’amore deve avere
caratteristica di reciprocità, dono, eternità. Noi siamo abbandonati alla solitudine del desiderio ed il principale problema
che si viene a verificare è destrutturazione della persona, il covid ha
facilitato questo progresso negli ultimi due anni. La pandemia ha chiuso i
principali luoghi d’aggregazione di tutti, specialmente delle nuove
generazioni, siamo diventati incapaci di mettere insieme il vissuto comune per
formare la nostra identità».
Il
contributo della professoressa dell’università Cattolica del Sacro Cuore Maria
Luisa Di Pietro ha approfondito l’approccio dell’affettività da un punto di
vista scientifico: «Per molti l’adolescenza è quel periodo in cui si iniziano a
compiere delle scelte, non sono d’accordo, durante l’infanzia l’individuo vive
già questo. A sei anni la persona inizia il procedimento d’identificazione con il
genitore dello stesso sesso, segue il momento della pubertà che nella bambina avviene
attorno ai 12 anni mentre nel maschio termina più tardi e continua a durare
fino ai 21 anni d’età. Con la menopausa
c’è la fine fertilità nella donna, e lì nasce la sua fertilità spirituale. In
questa epoca dove nascono meno figli si può trascende i limiti biologici
imposti dalla menopausa sperimentando la fecondità in modi diversi che passano
dall’adozione, alla cura, al sostegno. La biologia identifica specificità del
femminile, ma è possibile andare oltre scoprendo nuove forme di femminilità e
fertilità. Il corpo è sempre un corpo personale, ci dice tutto della persona.
Possiamo sapere tutto della storia della donna e della sua capacità di
accogliere e assistere il prossimo».
Bari, 13
gennaio 2023 – Dall’uso corretto dei social media agli strumenti per facilitare
il lavoro educativo con i giovani: si occuperà di questo il corso per docenti e
insegnati: «L’educazione in cerca d’autore» promosso dal Forum regionale delle
Famiglie di Puglia, da Uciim Puglia e dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto per
favorire e supportare la formazione continua di chi insegna l’educazione
sessuale nelle scuole.
Intenzione
delle lezioni è quello di fornire ai partecipanti le metodologie e i linguaggi per
favorire il dialogo con le nuove generazioni su tematiche come affettività, sessualità,
amore. I corsisti utilizzeranno la metodologia narrativa ed autobiografica per
riflettere sui contenuti proposti e per rielaborare possibili approcci da
utilizzare successivamente nella pratica educativa. Gli incontri si terranno dalle
ore 15:45 alle ore 19:00 a Bari presso la biblioteca Gaetano Ricchetti sita in
via Sparano 145.
Si comincia
sabato 14 gennaio con: «Affettività, sessualità e desiderio di felicità»,
incontro che vede nel ruolo di relatori l’assistente ecclesiastico
dell’università Cattolica del Sacro Cuore monsignor Claudio Giuliodori e la
direttrice del Centro di studi procreativi dell’università Cattolica del Sacro
Cuore Maria Luisa Di Pietro, la giornata d’approfondimento sarà dedicata all’educazione
all’affettività come viene intesa oggi e alle difficoltà maggiori che gli
adolescenti affrontano.
Segue l’incontro
di sabato 28 gennaio moderato dalla professoressa e direttrice del dipartimento
di Scienze della Formazione dell’università di Bari Loredana Perla: «La
relazione educativa», durante la giornata la docente si occuperà della
relazione educativa approfondendo le modalità con cui si instaura il rapporto
tra docente e allievo affrontando i temi dell’identità e della sessualità.
L’appuntamento
di sabato 11 febbraio ha come relatore la presidente del «Progetto Pioneer» Miriam
Incurvati che illustra: «Le domande di sempre, le risposte non date», dove vengono
affrontate dal punto di vista psicologico le modalità di sviluppo di una
identità di genere e le difficoltà che possono vivere le nuove generazioni.
Proseguono
gli incontri sabato 25 febbraio, il medico specialista in Ostetricia e
Ginecologia e presidente del Forum delle associazioni familiari di Puglia
Lodovica Carli conduce: «Educare l’amore umano»
durante cui spiega le modalità con cui oggi si propone l’educazione sessuale ai
giovani nelle scuole per mettere in evidenza la sua reale efficacia per
rispondere alle problematiche dei ragazzi.
L’11 marzo la
lezione del filosofo, giornalista e scrittore Bruno Mastroianni che tratta il
tema «Affettività e social media» e discuterà di come il ragazzo può utilizzare
i social media per trarre informazioni legate all’educazione sessuale, e come
vanno utilizzati i social media per fare divulgazione.
Infine
sabato 25 marzo la docente di Sociologia dell’Educazione presso l’università
degli Studi di Bari Angela Mongelli e il ricercatore presso l’Università
Cattolica del Sacro Cuore Raffaele Chiarulli espongono: «La cassetta degli
attrezzi del docente» parte finale del corso dove vengono forniti gli strumenti
mediatici e digitali per facilitare il lavoro educativo con i ragazzi.
«Obiettivo del corso è formare e sostenere una rete di educatori
in grado di interagire con i ragazzi ed accompagnarli adeguatamente nel
percorso che porta all’acquisizione della loro identità personale di genere – assicura
Lodovica Carli, presidente del Forum di Puglia – e alla creazione di relazioni
affettive equilibrate. Lo stesso vale per l’esercizio della sessualità, troppo
spesso utilizzato dai ragazzi come mezzo di violenza estraneo da qualunque
ottica di rispetto ed affezione. Ci sembra questo un compito doveroso, per
questo faremo del nostro meglio per collaborare con le altre realtà che hanno i
nostri stessi obiettivi»
Fondamentale l’alleanza tra scuola e famiglie con il contributo di psicologi e pedagogisti
«Apprendiamo con dolore del suicidio della ragazza tredicenne di Monopoli; come presidente del Forum di Puglia e come madre mi sento fortemente toccata da vicende luttuose come queste che, come comunità, devono farci interrogare su ciò che può provocare il loro verificarsi.
Come realtà associativa ci sentiamo spinti a farci carico in prima persona e a non abbandonare i ragazzi alla solitudine che lo schermo di un telefono cellulare offre loro, ma è necessario fare rete il più possibile per avviare i giovani verso il futuro.
Lo aveva scritto chiaramente il filosofo Umberto Galimberti secondo cui questa generazione soffre per la mancanza di un senso da dare alla vita che valga l’impegno chiesto: vivere. Lo abbiamo visto in questi ultimi anni quando è esploso il disagio di tanti adolescenti nelle relazioni, nella fatica di crescere, lavorare, amare e progettare il proprio futuro, fino a portarli a compiere gesti estremi: darsi la morte.
A tal proposito vogliamo ricordar i contributi emersi dalla dirette Facebook sul disagio degli adolescenti tenutesi lo scorso 9 marzo e il 13 aprile sullo sportello Pugliaforfamily.it dove è stata già denunciata la precaria condizione dei giovani dovuta a guerra e pandemia ed è emersa la necessità urgente di una alleanza tra istituzioni, scuola e famiglia per prevenire il disagio dei più giovani e intervenire con misure di sostegno psicologico. Questo si può ottenere grazie a una maggiore presenza di psicologi e pedagogisti nelle scuole del territorio, così come previsto in Puglia dalla legge regionale 31 del 2009.
La Politica esprime e rappresenta la comunità civile, oggi impegnata più che mai a riflettere sul suo compito fondamentale: l’educazione. Dobbiamo farlo insieme: famiglie, scuole, istituzioni e comunità civile rimettendo la testa su ciò che dà valore e senso alla vita.
Il Forum si augura che questa vicenda terribile possa essere il solco per gettare nuove speranze nel futuro sulla base di atteggiamenti più attenti da parte della comunità».
Emilano e De Palo tra le personalità che vi prenderanno parte
Dalle culle vuote a nuove soluzioni: torna a gennaio 2023 in Puglia l’appuntamento con gli Stati generali della natalità, la più importante manifestazione italiana dedicata al contrasto della crisi demografica giunto nella nostra regione alla seconda edizione.
Scopo dell’evento è proporre un momento collettivo di verifica ed una valutazione sulle possibili evoluzioni delle politiche regionali per la famiglia e per il sostegno alla natalità scesa a livelli mai raggiunti prima anche e soprattutto nelle regioni meridionali, ed in Puglia in particolare.
Gli Stati generali della natalità saranno realizzati grazie a una collaborazione tra il Forum nazionale delle associazioni familiari, la Fondazione per la Natalità e la Regione Puglia che ha siglato con le associazioni familiari del territorio nel febbraio del 2020 il Piano regionale per le politiche familiari, accordo che sigla una collaborazione tra il Terzo Settore e l’Ente regionale finalizzata a raccogliere istanze e buone pratiche dagli operatori del settore.
Parteciperanno all’evento il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il presidente Fondazione per la Natalità Gianluigi De Palo e Alessandro Rosina professore ordinario di Demografia presso l’università Cattolica del Sacro cuore.
«Preferibile che la Regione si impegni per assicurare cure alle famiglie
degli ammalati»
In merito alla Pdl«Sanitaria per una morte serena ed indolore dei malati terminali» bocciato ieri dal Consiglio Regionale il Forum delle Famiglie di Puglia, condividendo il giudizio negativo dell’Aula, propone alla Giunta regionale pugliese alcune considerazioni di metodo e di merito e suggerisce alcune proposte alla luce della situazione dei tanti portatori di malattie croniche o di disabilità gravi presenti nella nostra Regione.
Noi
Forum delle associazioni familiari della Puglia riteniamo che non si possa
legiferare su una materia tanto delicata senza un adeguato approfondimento
della materia e che la legge non si limiti a garantire la libertà di chi vuole
porre fine alla sua esistenza, ma esplori la reale situazione di tantissimi ammalati
cronici e delle loro famiglie nella nostra Regione.
D’altro canto ricordiamo che su tale materia, tanto delicata quanto divisiva e
riguardante i diritti essenziali delle persone, non esiste una normativa nazionale
che dia indicazioni concrete alle Regioni. Entrando nel merito: siamo del
parere che in un momento drammatico e delicato come quello che sta vivendo il
Paese, ci sembra assolutamente prioritario che la Regione si dia come obiettivo
fondamentale il sostegno ai malati gravi non autosufficienti, ai malati cronici,
ai portatori di malattie incurabili o neurodegenerative che sono spesso
abbandonati nelle loro case, lasciati alle cure della famiglia e soprattutto
del caregiver familiare che deve far fronte ad un impegno spesso per
ventiquattro ore al giorno, senza riposo, deprivato della sua vita relazionale,
sociale, lavorativa e senza adeguati sostegni.
Purtroppo
le cure palliative proposte al malato si riducono non di rado alla
somministrazione di farmaci per la gestione del dolore, nella fase terminale
della malattia e conosciamo bene le carenze di una assistenza domiciliare, di
fatto prevalentemente a carico delle famiglie. Sottolineiamo a tal proposito
che le cure palliative e la sedazione del dolore, esigenze ineludibili che
dovrebbero essere fruibili in ambiti ospedalieri, territoriali e domiciliari,
non trovano ancora adeguata diffusione, malgrado le indicazioni presenti nella
legge 38/2010 con la quale «L’Italia ha adottato un quadro
organico di principi e disposizioni normative per garantire un’assistenza
qualificata appropriata in ambito palliativo e della terapia del dolore, per il
malato e la sua famiglia»
Anche
i Vescovi pugliesi avevano affermato nel comunicato emesso nel luglio scorso in
merito a questa Pdl che ogni cittadino ha al di sopra dei diversi diritti che
gli si garantiscono, quello che si può riassumere nello Ius vitae, ovvero la tutela della vita da ogni attentato contro di
essa e la garanzia che la comunità se ne prenda cura non ricorrendo a formule
parziali quando non vi riesca.
Riteniamo
che ogni tentativo di giungere al fine suddetto, senza aver posto in atto le
opportune garanzie di assistenza e ausilio, non è confacente con il rispetto
della persona”, ma assomigli più a quella “cultura dello scarto” sempre più
diffusa nella nostra società Qualunque persona ammalata non coincide con la sua
patologia ma è infinitamente di più.
La
Regione Puglia, dunque, si impegni concretamente per assicurare cure ed
assistenza domiciliari, cure palliative, sostegno ai caregiver ed alle famiglie
degli ammalati: ci sembrano questi gli obiettivi qualificanti di una adeguata
assistenza al malato, anche e soprattutto quando terminale